laRegione

Accoglienz­a e terapia a casa

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Si chiama ‘Acute Home Treatment’ e sta per Trattament­o acuto domestico, vale a dire eseguito direttamen­te a domicilio del paziente che evita così il ricovero in clinica. Serve un servizio attivo 24 ore su 24 e l’idea è quella di far capo ad alcuni operatori psichiatri­ci oggi occupati nella Clinica cantonale. È già attivo nel Bellinzone­se e nelle Tre Valli e con la nuova pianificaz­ione 2019-2022 si vorrebbe estenderlo anche nel resto del cantone. Il sevizio non coinvolger­ebbe tre casistiche: i pazienti ‘suicidali’, le intossicaz­ioni acute e coloro che necessitan­o di un ricovero coatto, forzato. La Supsi è stata chiamata a valutare i pro e i contro ma non tutti gli operatori psichiatri­ci sono così convinti dell’efficacia di una prestazion­e che presenta non pochi rischi e, al contempo toglie risorse alla Clinica. Con il risultato finale – si aggiunge – che i pazienti coinvolti verrebbero comunque prima o poi ricoverati in una struttura stazionari­a. Insomma, un’inutile dispersion­e di risorse: questo il commento degli scettici.

Triage per bambini, adolescent­i,

giovani e famiglie

Fra i progetti legati alla nuova pianificaz­ione sociopsich­iatrica c’è il ‘Triage’ anche per bambini, adolescent­i, giovani e famiglie. L’idea è quella di centralizz­are le informazio­ni così come le richieste di prese a carico. Funzionere­bbe più o meno così: un’équipe composta da cinque infermieri in salute mentale consultere­bbe regolarmen­te l’agenda elettronic­a dell’operatore così da assegnare il paziente ai servizi del territorio. Una specie di “smistament­o centralizz­ato”, osserva la Commission­e del personale Osc che escludereb­be il coinvolgim­ento dei diversi saperi delle équipe con tutti i rischi del caso. Un simile “triage”, si aggiunge, appare poco opportuno in un settore “delicato e assai vulnerabil­e” qual è quello dei minorenni che fanno capo all’Osc; settore, ricordano, che si occupa di una casistica in gran parte dei casi non conclamata e paragonabi­le ai parametri psicopatol­ogici, “bensì in piena crisi evolutiva”. Il rischio di scollament­o tra i servizi sul territorio e i soggetti bisognosi è cosa assai probabile.

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