Testata nucleare? ‘È solo una questione di tempo’
Quella della Corea del Nord è una minaccia «da prendere sul serio: già in passato il regime di Kim Jong-un ha dimostrato di possedere la tecnologia per lanciare missili a lunga gittata: per associarvi una testata nucleare potrebbe essere solo questione di tempo». Lo dice all’Ansa il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore della Difesa e dell’Aeronautica Militare ed attuale vicepresidente dell’Istituto affari internazionali. Non si conoscono ancora i dettagli, ma potrebbe essere il missile a più lunga gittata lanciato da Pyongyang. Finora, spiega Camporini, «avevano lanciato missili tattici a gittata intermedia e anche l’ultimo rientra in questa categoria, ma in passato la Corea del Nord ha provato a mettere in orbita satelliti artificiali e quindi possiede la tecnologia a lungo raggio, cosa che naturalmente mette in allarme gli Stati Uniti, distanti 9mila chilometri. Potrebbero infatti – aggiunge – già essere in grado di superare i 2’700 km di oggi, anche se non hanno ancora un’affidabilità operativa sufficiente, come dimostra l’episodio del missile esploso subito dopo il lancio nello scorso aprile». Il timore è accresciuto dalla possibilità che ai missili venga associata una testata nucleare. «Sul fatto che il regime possieda la tecnologia per la miniaturizzazione delle testate nucleari – ragiona il generale – sono abbastanza scettico. Non credo ci siano ancora riusciti, ma prima o poi lo faranno: è solo questione di tempo». Il lancio della scorsa notte, sottolinea Camporini, «ha l’obiettivo di mantenere alta la tensione e dimostrare che le capacità offensive in prospettiva sono elevate e quindi non si può scherzare». E purtroppo, osserva, «non prevedo che l’atteggiamento di Pyongyang cambierà. L’unica potenza in grado di esercitare un’influenza determinante è la Cina che finora è stata prudente (...). Il fatto – rileva il generale – è che la Cina non può permettersi un collasso del regime di Kim, perché comporterebbe una minacciosa (per gli interessi cinesi) espansione della Corea del Sud, nonché un ingente flusso di profughi ai confini settentrionali, cosa che Pechino non vuole». ANSA