L’arsenale di Kim
Il missile che ha sorvolato ieri il Giappone, il primo disegnato per trasportare una testata atomica, è l’ultimo dei vettori balistici testati dalla Corea del Nord dal 1984, quando al potere c’era Kim Il-sung, ‘presidente eterno’ e fondatore della nazione, nonno dell’attuale leader Kim Jong-un. Un’avventura partita con gli Scud di fabbricazione sovietica e proseguita via via a passo sempre più serrato: il 2017 ha visto 22 lanci, secondo il Center for Strategic & International Studies, già oltre i 21 record dello scorso anno. La minaccia nordcoreana si materializza poi con l’incubo di 20 ordigni nucleari pronti a replicare agli attacchi nemici. Le stime dell’intelligence di Seul sono prudenziali dato che, ad esempio, l’Institute for Science and International Security ha ipotizzato che a fine 2016 il Nord avesse un totale di 33 kg di plutonio, 175-645 kg di uranio arricchito e 13-30 testate nucleari già pronte. Dal 2006 a oggi, Pyongyang ha effettuato 5 test atomici: gli analisti valutano necessaria una sesta detonazione al servizio dei programmi di miniaturizzazione delle testate per armare un missile intercontinentale capace di raggiungere le coste Usa. Nel ricco arsenale nordcoreano, fatto di numerose migliaia di pezzi, si trovano missili tipo Cruise (Kh-35, Kn-01) in grado di coprire 150-260 km, vettori balistici a breve raggio (varianti di Scud, Kn-17, Kn-02) da 150-1’000 km di gittata e missili di medio raggio (Hwasong-7, No-Dong) da 1’000-1’500 km. L’elenco contiene molti altri missili, fino ai Taepodong2/Unha-3 da 4-15’000 km usati come razzi nel 2009 per la messa in orbita del presunto ‘primo satellite’. Una particolare menzione meritano i missili balistici a lancio sottomarino: ‘38 North’, think tank del Us-Korea Institute della Johns Hopkins University di Washington, ha rivolto l’attenzione di recente alla possibile serie “di test marini, con modifiche o miglioramenti a sistemi di lancio o sviluppo di una versione più avanzata del Pukguksong-1”. Quest’ultimo è un vettore provato dal 2016. Se affidabile, potrebbe essere l’opzione più subdola e insidiosa per l’attacco nucleare: lanciato sotto costa nemica, sarebbe quasi impossibile intercettarlo. ANSA