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Splügen rinasce e punta sul Ticino

La stazione grigionese ha rischiato di fallire: ora ha una strategia a lungo termine

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A inizio anno ha rischiato il fallimento indebitata per 6,5 milioni; oggi la società “Impianti di risalita Splügen-Tambo Sa” – molto nota ai ticinesi ma negli ultimi anni in calo di consensi – si ritrova con un nuovo vertice societario. E con l’aiuto delle banche (che hanno condonato oltre l’80% del debito), dei 12 Comuni della regione e degli azionisti (che hanno assicurato rispettiva­mente aiuti pubblici e privati), ha avviato una strategia di rilancio a breve e lungo termine che passa anche dal Ticino e dal Nord Italia. Una strategia volta ad attirare clientela a Sud delle Alpi e che non mancherà di suscitare reazioni fra le stazioni ticinesi, alle prese con inverni sempre più secchi e bilanci in costante disavanzo. Ieri sera a Bellinzona, al Centro cantonale Gioventù e Sport, il nuovo presidente del Cda Franco Quinter, accompagna­to dal nuovo direttore Ersel Sertkan e dalla direttrice dell’Ente turistico Viamala, Denise Dillier, ha dapprima incontrato i media e poi una trentina di rappresent­anti di club sciistici ticinesi. Scopo, lanciare la campagna invernale 2017/18 incentrata su giovani, gruppi e famiglie. Per tutti i bambini fino ai 12 anni – non importa se accompagna­ti da familiari, amici, sci club o scuole – la giornalier­a e gli abbonament­i stagionali saranno gratuiti. Solo questa novità (ma l’elenco presentato nel sito della Sa è lungo) rischia di rompere gli schemi in Ticino laddove gruppi e istituti pianifican­o e organizzan­o le settimane bianche. E laddove la politica cantonale obbliga la scuola pubblica a privilegia­re (previa la verifica delle condizioni d’innevament­o e della disponibil­ità d’alloggio) destinazio­ni invernali ticinesi, a scapito di quelle d’Oltralpe. «O facciamo così, o il nostro destino è segnato», spiega il presidente Franco Quinter: «Dobbiamo riuscire a recuperare la clientela italofona, che in passato qui era in maggioranz­a. È una sfida che dal 2018 ci vedrà impegnati anche nell’offerta estiva, finora inesistent­e. Ma non solo: stiamo pianifican­do l’edificazio­ne di un resort in paese per incrementa­re la possibilit­à di alloggio. E ci sono contatti per insediare ditte attive nella produzione di materiale sportivo». Intanto, 20 km più a sud, a San Bernardino, un gruppo di imprendito­ri ticinesi è al lavoro da mesi per rilanciare la stazione invernale altomesolc­inese. «Se San Bernardino incrementa l’attrattiva, per noi è tutto di guadagnato», dichiara Franco Quinter. MA.MO.

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