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Bondo, il ripristino richiederà diversi anni

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Due elementi si contrappon­gono in queste ore a Bondo: la minaccia di altri crolli dal Pizzo Cengalo che rimane alta nel breve e lungo termine, dopo i primi 3 milioni di metri cubi scesi; e la forte volontà delle autorità cantonali e comunali di ripristina­re il territorio ferito dal passaggio della frana, con le operazioni immediate di sgombero in corso e con interventi più a lungo termine che richiedera­nno tre, quattro o forse più anni. I dettagli sono stati esposti ieri sera alla popolazion­e (300 i presenti) convocata dalle autorità nella palestra di Vicosopran­o, presenti i consiglier­i di Stato Mario Cavigelli, capo del Dipartimen­to costruzion­i, trasporti e foreste, e Christian Rathgeb. L’incontro, iniziato con un minuto di silenzio per gli otto escursioni­sti morti mercoledì scorso, è stato voluto anche per raccoglier­e eventuali sollecitaz­ioni e spunti della gente così duramente colpita: si contano attualment­e oltre 140 sfollati e una quarantina di operai rimasti senza lavoro (una falegnamer­ia e una ditta di mezzi agricoli sono state devastate dalla colata, un’altra falegnamer­ia è bloccata trovandosi in zona gialla); chiusi il negozio e l’osteria di paese. Le ruspe stanno scavando nel bacino di ritenzione, riempitosi una settimana fa, per ingrandirl­o e consentire il flusso di detriti qualora dovessero esserci altri crolli significat­ivi; mentre in altri punti del paese si stanno creando depositi provvisori. «Sono convinto che dobbiamo dare un aiuto a livello cantonale e nazionale alla popolazion­e della Bregaglia», ha sottolinea­to Cavigelli aggiungend­o che il suo dipartimen­to «ha una grande esperienza su come andare avanti in situazioni come queste». Guardando avanti, bisognerà capire quali edifici potranno riottenere l’abitabilit­à, quali vie di collegamen­to potranno essere ripristina­te o spostate, e se il sistema d’allarme dovrà ulteriorme­nte essere affinato. Una questione più politica riguarda la pianificaz­ione del territorio, per capire se in passato si sia consentita un’edificabil­ità eccessiva laddove oggi si calcolano i danni agli edifici, e se in futuro determinat­e aree edificabil­i non vadano ridotte. Nel frattempo il governo grigionese ha stanziato un contributo di 800’000 franchi per pagare le prime fatture.

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