Ancora una moria di pesci
Red
Agosto 2008, luglio 2017. La storia, a quasi un decennio di distanza, si è ripetuta. A Prato Sornico, in Lavizzara, una nuova moria di pesci ha interessato il corso d’acqua a pochi passi dalla pista di ghiaccio. Un danno ambientale fortunatamente meno grave del precedente, ma che deve comunque far riflettere. Sì, perché le contromisure adottate in occasione del primo incidente non sembrano aver sortito l’effetto sperato; quello, cioè, di contenere la sostanza tossica, l’ammoniaca, impedendole di raggiungere il fiume e distruggere la fauna ittica in esso presente. La notizia, ripresa da LiberaTv, è passata sino ad oggi stranamente quasi sotto silenzio. All’origine dell’accaduto, una negligenza da parte di un operaio di una ditta della Svizzera interna. Durante il lavoro di manutenzione/spurgo dell’impianto di raffreddamento della patinoire, l’addetto avrebbe versato residui di ammoniaca in uno scarico. Da lì la sostanza sarebbe poi finita dritta dritta in un torrente che scorre a pochi passi dal fiume. Risultato: tutta la fauna ittica in questo breve tratto è stata cancellata. Secondo le stime, un centinaio sarebbero i pesci morti. Sul posto sono intervenuti, oltre agli addetti del Centro sportivo Lavizzara-Prato Sornico, i funzionari dell’Ufficio caccia e pesca, le autorità locali e la polizia, chiamata a stabilire le responsabilità dell’accaduto. Dieci anni fa circa, lo ricordiamo, l’inquinamento da ammoniaca cancellò la vita su un tratto del fiume Lavizzara di oltre due chilometri. Morirono diverse migliaia di trote. Il disastro ecologico (il peggiore negli ultimi decenni in Ticino) sfociò in un processo penale. Due gli imputati finiti allora alla sbarra. Uno di loro, un operaio italiano, venne assolto; un idraulico supervisore dei lavori ritenuto responsabile del misfatto fu invece condannato a risarcire allo Stato oltre 12mila franchi.