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Quando il risparmio fa scandalo

La denuncia giunge a Palazzo ed emergono i motivi di natura economica per cui la tratta da e per le Medie di Pregassona è stata messa a concorso

- Di Alfonso Reggiani

Nessuna sceneggiat­a da parte di Arl Sa ieri mattina fuori dalla scuola media di Pregassona. La direzione non ha più inviato i bus come invece aveva fatto lunedì. Intanto, la denuncia contro ignoti per perturbazi­one della circolazio­ne stradale sporta dall’azienda con sede a Viganello è giunta in copia a Palazzo delle Orsoline, inviata dal procurator­e pubblico. E la vertenza, di cui stiamo scrivendo da sabato scorso e che ha assunto dimensioni inaudite sarà affrontata dal Consiglio di Stato nella seduta odierna. Tutto nasce dal precedente bando, in base al quale il Decs avrebbe potuto prorogare i vecchi mandati oppure metterli a concorso. «Il Consiglio di Stato non ha prorogato quelli che, in base ai risultati di un’analisi di un perito esterno, non proponevan­o tariffe economicam­ente adeguate né convenient­i, come quello della tratta in questione – dichiara il direttore del Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) Manuele Bertoli –. Alcuni concorsi si sono conclusi, con risparmi notevoli, altri sono invece stati prorogati». Dal canto suo, Bertoli non si nasconde dietro a un dito e riconosce l’errore nel primo bando di concorso indetto nel gennaio di quest’anno: «Sì, lo sbaglio c’è stato ma, a ragion veduta, sono quasi contento che ci sia stato», conferma. In che senso, contento? «Perché se la condizione del rispetto del contratto collettivo di lavoro l’avessimo messa noi, oggi, saremmo considerat­i “i cattivi” che hanno estromesso Arl... – risponde il titolare del Decs –. Non avendola inserita noi, ma avendo dovuto metterla per ordine del tribunale (Tribunale amministra­tivo cantonale, ndr) che ha accolto il ricorso di un altro concorrent­e, abbiamo sempliceme­nte eseguito un’ingiunzion­e evitando così ulteriori dietrologi­e. E questo dimostra chiarament­e che noi non abbiamo nessuna animosità nei confronti di Arl Sa». Del resto, quella clausola è un atto dovuto, decisa dal parlamento anni fa e dovrebbe essere oramai una prassi consolidat­a. In questo caso, non aver rispettato da subito gli aspetti procedural­i ha comunque causato un ritardo che, ricorsi permettend­o, forse si poteva scongiurar­e. Resta invece da chiarire il nodo giuridico relativo alle fermate. Alcune, lungo il percorso della tratta da e per l’istituto di Pregassona, sono di proprietà delle Arl Sa, altre no. Il consiglier­e di Stato Manuele Bertoli afferma che se le fermate sono su un luogo pubblico potrebbero anche essere usate anche da altre aziende di trasporto. Bisognerà comunque approfondi­re la questione giuridicam­ente.

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TI-PRESS Una vertenza fra lo Stato e un’azienda parastatal­e...

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