Quando il risparmio fa scandalo
La denuncia giunge a Palazzo ed emergono i motivi di natura economica per cui la tratta da e per le Medie di Pregassona è stata messa a concorso
Nessuna sceneggiata da parte di Arl Sa ieri mattina fuori dalla scuola media di Pregassona. La direzione non ha più inviato i bus come invece aveva fatto lunedì. Intanto, la denuncia contro ignoti per perturbazione della circolazione stradale sporta dall’azienda con sede a Viganello è giunta in copia a Palazzo delle Orsoline, inviata dal procuratore pubblico. E la vertenza, di cui stiamo scrivendo da sabato scorso e che ha assunto dimensioni inaudite sarà affrontata dal Consiglio di Stato nella seduta odierna. Tutto nasce dal precedente bando, in base al quale il Decs avrebbe potuto prorogare i vecchi mandati oppure metterli a concorso. «Il Consiglio di Stato non ha prorogato quelli che, in base ai risultati di un’analisi di un perito esterno, non proponevano tariffe economicamente adeguate né convenienti, come quello della tratta in questione – dichiara il direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) Manuele Bertoli –. Alcuni concorsi si sono conclusi, con risparmi notevoli, altri sono invece stati prorogati». Dal canto suo, Bertoli non si nasconde dietro a un dito e riconosce l’errore nel primo bando di concorso indetto nel gennaio di quest’anno: «Sì, lo sbaglio c’è stato ma, a ragion veduta, sono quasi contento che ci sia stato», conferma. In che senso, contento? «Perché se la condizione del rispetto del contratto collettivo di lavoro l’avessimo messa noi, oggi, saremmo considerati “i cattivi” che hanno estromesso Arl... – risponde il titolare del Decs –. Non avendola inserita noi, ma avendo dovuto metterla per ordine del tribunale (Tribunale amministrativo cantonale, ndr) che ha accolto il ricorso di un altro concorrente, abbiamo semplicemente eseguito un’ingiunzione evitando così ulteriori dietrologie. E questo dimostra chiaramente che noi non abbiamo nessuna animosità nei confronti di Arl Sa». Del resto, quella clausola è un atto dovuto, decisa dal parlamento anni fa e dovrebbe essere oramai una prassi consolidata. In questo caso, non aver rispettato da subito gli aspetti procedurali ha comunque causato un ritardo che, ricorsi permettendo, forse si poteva scongiurare. Resta invece da chiarire il nodo giuridico relativo alle fermate. Alcune, lungo il percorso della tratta da e per l’istituto di Pregassona, sono di proprietà delle Arl Sa, altre no. Il consigliere di Stato Manuele Bertoli afferma che se le fermate sono su un luogo pubblico potrebbero anche essere usate anche da altre aziende di trasporto. Bisognerà comunque approfondire la questione giuridicamente.