Altre insegne su San Martino
Per l’esame di impatto ambientale l’arrivo di altri negozi farà aumentare il traffico. Ma la qualità dell’aria è già ‘compromessa’.
La ‘Città della Volpe’ a Mendrisio si fa largo di qualche altro migliaio di metri quadrati. Lo stabile, di fatto, già c’è: è il centro San Martino, giusto sull’altro lato di via Moree, come dice il nome lì sui Prati di San Martino. Ma i punti vendita, quelli, saranno nuovi di zecca. Tempo sei mesi di lavori – la data del cantiere ancora non è stata fissata – e il complesso commerciale FoxTown conterà 10’500 metri quadri di superficie commerciale in più. Le intenzioni della Tarchini FoxTown Sa sono dichiarate nella domanda di costruzione depositata in Comune e in pubblicazione fino al 21 settembre prossimo. Un progetto che, come altri, è di fatto un ‘osservato speciale’ e ha già fatto storcere più di qualche naso. I primi a essere sul chi va là sono i ‘Cittadini per il territorio’, ma anche l’Ata, l’Associazione traffico e ambiente, si riserva di soppesare bene l’iniziativa. Insomma, nell’aria c’è odore di opposizione. La trasformazione dello stabile, costruito nel 2005 e che oggi ospita la Consitex, si giocherà tutta all’interno, dove una parte degli spazi ora adibiti a deposito e magazzino farà posto ad attività commerciali (oltre a mantenere una parte dedicata a deposito e uffici). In soldoni un’operazione che comporterà un investimento di poco meno di 1,2 milioni di franchi. A San Martino, nel quadrilatero occupato dal ‘factory store’, dai due centri MoMo e da FoxExpo si aggiungeranno, quindi, altre insegne, altri negozi. L’azienda se ne va e arrivano nuovi commerci. A questo punto è bastata la parola per far rizzare le antenne alle associazioni ambientaliste. Il timore? Che estendere i metri quadri di vendita porti altri veicoli, dunque un ulteriore carico sull’ambiente, peraltro in una zona già sull’orlo di una crisi viaria e ambientale. Non a caso, visto i numeri (ma soprattutto la metratura), il dossier ha dovuto essere accompagnato da un Rapporto di impatto ambientale, a firmarlo Ifec ingegneria Sa. Il responso degli esperti? Il traffico stradale aumenterà. E il progetto inciderà su aria e rumore. Ma non in modo tale da proporre delle contromisure. Il punto, si legge, è che “la qualità dell’aria nel pe-
rimetro di studio – il comparto FoxTown, appunto, ndr – è già attualmente molto compromessa a causa del forte traffico (soprattutto traffico autostradale)”. Di conseguenza le nuove emissioni di inquinanti atmosferici sono valutate come “ammissibili dalle indagini ambientali pianificatorie realizzate in passato”. Come dire che le variazioni non saranno significative.
Gli esperti: ‘Un progetto nei limiti’
Certo non si nasconde che i valori delle sostanze inquinanti pesino, letteralmente, sull’aria che si respira. Tanto il diossido di azoto (NO2) che le polveri fini (Pm10) in zona negli ultimi sei anni hanno
restituito concentrazioni medie annue “tutte superiori al valore limite dell’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico”, si conferma nel Rapporto. E tra le fonti principali vi è il forte traffico stradale (e autostradale). Per gli esperti occorre guardare, però, avanti, al 2030, quando la tecnica darà modo di contenere le emissioni, ad esempio di diossido di azoto, nonostante l’aumento del viavai motorizzato (del 5 per cento fra 2020 e 2030). Il che fa concludere come “il traffico indotto dal nuovo centro San Martino non sarà di ostacolo al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pram”, ovvero il Piano di risanamento dell’aria. Andando al sodo, l’opera resta nei limiti posti dal Piano regolatore di Mendrisio. Lo rimarrà, fanno notare i tecnici, per il numero di posti auto (gli stessi creati in origine), senza trascurare che una passerella metallica collegherà il secondo piano dell’immobile al futuro autosilo. E lo sarà altresì per l’indice di mobilità massimo (che calcola i veicoli in entrata e in uscita), che risulta, sottolineano, essere rispettato. Sia chiaro, per il Piano direttore cantonale (Pd), il comparto di San Martino si iscrive tra i grandi generatori di traffico. La proposta, però, si ribadisce ancora nel Rapporto ricordando le forme di mobilità alternative all’auto privata, “non è in conflitto con le disposizioni del Pd”. Il che non esclude possa entrare in rotta di collisione con associazioni come i ‘Cittadini’ o l’Ata.