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Salvate il soldato Nolan

- Di Ivo Silvestro www.laregione.ch/a/dunkirk.

‘Dunkirk’ merita di entrare nell’olimpo dei grandi film di guerra, a fianco di ‘Orizzonti di gloria’ e ‘Full Metal Jacket’ di Kubrick, ‘La sottile linea rossa’ di Malick, ‘Apocalypse Now’ di Coppola e pochi altri. Non fosse per un – per fortuna breve – cedimento alla retorica patriottic­a verso la fine, potremmo definirlo un film perfetto: ottimo cast, tra cui spiccano Kenneth Branagh e Cillian Murphy, musiche asfissiant­i di Hans Zimmer, fotografia lucida – opera di Hoyte Van Hoytema, che con Nolan aveva già lavorato per ‘Interstell­ar’ –, una solida sceneggiat­ura corale che amalgama bene i tre livelli narrativi – con archi temporali diversi – con cui viene ricostruit­a l’Operazione Dynamo, uno dei momenti chiave della Seconda guerra mondiale con l’evacuazion­e, via mare, delle truppe britannich­e, e franco-belghe, circondate dalle unità corazzate tedesche da Dunkerque, al confine tra Francia e Belgio. Da una parte abbiamo la spiaggia e il molo, dove per una settimana i soldati cercano di imbarcarsi sulle navi che vengono affondate dagli attacchi degli aerei e sottomarin­i nazisti – che, particolar­e interessan­te, sono un impersonal­e “nemico” che non viene né mostrato né nominato per tutta la durata del film –; poi abbiamo la lunga giornata sul mare, con centinaia di imbarcazio­ni civili, soprattutt­o pescherecc­i, partite dall’Inghilterr­a per andare a Dunkerque e portare in salvo i soldati viste le difficoltà dei cacciatorp­ediniere di avvicinars­i alla spiaggia; infine, l’aria, con i due Spitfire che, per circa un’ora, contrastan­o l’aviazione tedesca, o meglio ‘nemica’. Una ritirata che da sconfitta divenne una vittoria degli Alleati. Nolan ha voluto realizzare un film storicamen­te accurato, ma alla fine la Storia, quella con la esse maiuscola, fa da basso continuo: la vera melodia del film è data dalle piccole storie – di coraggio, di paura, di senso del dovere, di vigliacche­ria – dei protagonis­ti. Ma soprattutt­o, Nolan ha voluto realizzare un film “alla vecchia maniera”: su pellicola (Imax e 70 mm) e praticamen­te senza far ricorso alla grafica digitale, ricorrendo a sessanta navi da guerra d’epoca e una dozzina di imbarcazio­ni che presero realmente parte all’Operazione Dynamo. C’è chi ha visto in ‘Dunkirk’, film sulla “gloriosa ritirata” da Dunkerque, una gloriosa ritirata di un certo modo di fare cinema; al di là della retorica, è certamente un film che va visto in una sala degna di questo nome.

Trailer e immagini su

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‘Dunkirk’ di Christophe­r Nolan

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