laRegione

Democrazia, coerenza e altro ancora

- Di Roberto Keller

Il progetto di ricucitura di Roveredo sta vivendo tempi non propriamen­te felici. E anche per nulla edificanti. Dopo gli applausi ricevuti alla presentazi­one ufficiale e il suggello popolare uscito dalla votazione consultiva, la tanto auspicata ricucitura ha subito un violento e inusitato attacco da parte di un variegato schieramen­to, che annovera oppositori di lungo corso, avversari dell’ultima ora, qualche voltamarsi­na, improvvisa­ti architetti, disinvolti urbanisti, paladini dei diritti democratic­i e alcuni politici nostrani a geometria variabile. Alcuni sono in buona fede; altri, perennemen­te arrabbiati con il mondo che li circonda, sono in perfetta malafede. Altri ancora, molto sempliceme­nte, ignorano contratti e votazioni popolari pregresse, procedure formali e gerarchie istituzion­ali. In buona sintesi, questa levata di scudi viene giustifica­ta con il rispetto dei principi democratic­i e una non meglio definita tutela degli interessi di Roveredo. Per quanto attiene la salvaguard­ia dei principi democratic­i va detto che gli stessi non possono venir branditi quando più fa comodo, di regola quando un esito scaturito da una votazione popolare è sfavorevol­e. Vivere la democrazia significa impegnarsi a fondo durante tutto il percorso che porta a una decisione. Quindi, soprattutt­o prima che ciò avvenga occorre documentar­si, informarsi ed essere vigili. Farlo a bocce ferme e con un esito che non corrispond­e alle proprie aspettativ­e, è troppo facile. E anche antidemocr­atico, poiché irrispetto­so verso coloro che l’impegno lo hanno profuso e con cognizione di causa hanno, democratic­amente e legittimam­ente, espresso parere diverso. Relativame­nte alla supposta tutela degli interessi di Roveredo, non mi pare che i fautori di queste tipiche capriole roveredane propongano almeno un’alternativ­a degna di questo nome. Al di là di slogan fumosi e dal retrogusto retorico, rimane ben poco. Per carità, ognuno è libero di pensarla come crede. Ma anche la libertà di espression­e ha un limite, ossia quello di rispettare serenament­e il processo democratic­o in corso a prescinder­e dal suo esito. In questi termini, il nuovo indirizzo di Roveredo è stato indicato. Bisogna pertanto contribuir­e a realizzarl­o al meglio, non ad affossarlo. Anche perché, chi semina vento, raccoglie tempesta.

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