Riforma ‘previdenza vecchiaia 2020’, una riforma monca e iniqua
Tra qualche settimana saremo chiamati ad esprimerci, nuovamente, sulla revisione del sistema previdenziale svizzero. Nuovamente, perché in settant’anni di vita vi sono state ben 11 revisioni, l’ultima volta in cui il popolo si è espresso era l’autunno scorso, quando ha respinto l’iniziativa AVSplus. Questa riforma che ci viene ora sottoposta tocca sia il primo pilastro (Avs), sia il secondo pilastro (previdenza professionale – cassa pensione). La particolarità, difficilmente condivisibile, è la proposta di compensare la riduzione del tasso di conversione del secondo pilastro (ovvero della previdenza professionale), il quale passerà dal 6.8 al 6.0 %, aumentando di Chf 70.00 la rendita mensile Avs. È come mischiare il burro e la ferrovia, in quanto sono due principi previdenziali diametralmente differenti! La rendita Avs difatti dipende sì dagli anni di contribuzione e dall’ammontare del reddito, ma è livellata sino ad un tetto massimo di CHF 2'350.00 mensili (per celibi) indipendentemente dal reddito e dai contributi versati. La rendita derivante dal secondo pilastro è invece personale, dipendendo direttamente dai contributi versati dal singolo lavoratore. Aumentare indistintamente la rendita Avs per compensare la riduzione della rendita della cassa pensione è iniquo e antisociale. Un’altra questione da non sottovalutare è che questa riforma non risolverà il problema strutturale derivante dal finanziamento della cassa Avs a seguito dell’impatto dei pensionamenti dei “baby-boomer”. Già a partire dal 2030 è previsto un deficit annuo nonostante l’impatto delle proposte della riforma (innalzamento età pensionabile, aumento di 0.6 punti dell’aliquota Iva ecc.). Si stima che a partire dal 2035 il deficit annuo della cassa Avs sarà di circa 7 miliardi di franchi. In caso di approvazione della proposta tra pochi anni saremo inesorabilmente chiamati nuovamente a votare sull’ennesima riforma del sistema previdenziale… Il popolo si è già espresso chiaramente, rifiutando l’iniziativa “AVSplus” ed ora, a un anno di distanza, si ripropone la stessa minestra servita solamente in un altro piatto, ma condendola con la minaccia che questa riforma è l’unica possibile per garantire il futuro ed è una base di partenza. Personalmente invece dico no, non dobbiamo cedere alla minaccia ideologica, elaborando invece una riforma innovativa che permetta durevolmente di fronteggiare e sostenere l’Avs nel lungo periodo. Per non limitarci alle parole, ma attivandoci con i fatti, come Giovani Liberali Radicali abbiamo preparato una presa di posizione con delle proposte alternative che vi invitiamo a leggere al seguente indirizzo: https://jungfreisinnige.ch/it/posizioni/ prese-di-posizione.