Via Sicura meno rigida
Pirateria stradale, la commissione competente degli Stati chiede correttivi
Più margine per i giudici, niente pena detentiva di almeno un anno e durata minima della revoca patente da abbreviare
Il bilancio di Via Sicura è buono, ma sono necessari correttivi per quanto riguarda la pirateria stradale. Bisogna concedere maggiore discrezionalità ai giudici nel determinare la gravità delle infrazioni, rinunciare alla pena detentiva di almeno un anno e ridurre la durata minima di revoca della patente. È quanto chiede al governo la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni degli Stati (Ctt-S), che ieri all’unanimità ha deciso di presentare una mozione in tal senso. Le proposte traggono origine da un rapporto pubblicato in giugno dall’esecutivo. Le misure devono permettere ai giudici di valutare secondo il loro apprezzamento le circostanze concrete, le infrazioni e la proporzionalità della pena, si legge in una nota dei Servizi del parlamento. La mozione chiede anche di intervenire sulla disciplina del regresso dell’assicuratore di responsabilità civile nei casi di reato per guida in stato di ebbrezza o di pirateria stradale, ripristinando la situazione ante Via Sicura e ritornando quindi al diritto di regresso al posto dell’obbligo attualmente previsto. La Ctt-S propone infine di rinunciare all’attuazione di due misure la cui entrata in vigore sarebbe programmata dal 2019: l’etilometro bloccamotore per le persone già sanzionate per guida in stato di ebbrezza e gli apparecchi di registrazione dei dati (scatole nere) per i conducenti a cui è stata ritirata la patente per eccesso di velocità. Nel rapporto del giugno scorso era emerso come in entrambi i casi “l’investimento sia eccessivo rispetto all’utilità ottenibile”.
Alcolici lungo l’autostrada, altro ‘sì’
Restando in tema ‘stradale’, sempre la Ctt-S, allineandosi al Consiglio federale, propone di accettare una mozione, depositata dall’omonima commissione del Nazionale, che vorrebbe permettere la vendita di bevande alcoliche nelle aree di servizio autostradali. Secondo il testo, approvato dalla Camera del popolo lo scorso 13 giugno con 115 voti contro 62 e 3 astensioni, il diritto in vigore è contrario al principio della libera concorrenza. I commerci delle aree di servizio sono fortemente penalizzati, poiché i loro concorrenti situati appena dopo le uscite autostradali possono vendere bevande alcoliche. In nessuno dei Paesi limitrofi vige un simile divieto. Inoltre, la vendita e la mescita di alcol non è nemmeno vietata dalla legge federale sulle strade nazionali. Secondo l’Ufficio prevenzione infortuni, però, grazie al divieto di vendere bevande alcoliche “le autostrade svizzere sono fortunatamente molto sicure”. La sua abolizione rischia invece di far aumentare il numero di incidenti.