‘È stato opportuno dimettermi’
Daniele Caverzasio ha lasciato il Cda dell’Ente ospedaliero per evitare, sostiene, inutili polemiche Nessuna contestazione diretta, la scelta del leghista è dettata da una situazione che poteva prestarsi a ‘inutili voci’. E precisa: ‘Non sapevo niente’.
«Guardi, non ho nulla da nascondere. È vero, ho lasciato da qualche settimana il consiglio d’amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) ma solo e soltanto per questioni di opportunità. In questi casi mi sembra sia giusto farlo». È un Daniele Caverzasio sereno e disponibile quello che ci risponde al telefono sulla vicenda che in qualche modo lo ha coinvolto, seppur non penalmente, e per la quale ha tratto le conseguenze del caso; lasciare l’Eoc dove occupava una poltrona per conto della Lega dei Ticinesi, come ha riferito ieri il ‘CdT’. Capogruppo in Gran Consiglio, municipale a Mendrisio: in questi casi c’è tutto da perdere e nulla da guadagnare. Legato affettivamente – «ma ora non più» precisa – a un infermiere, ventinovenne, del Mendrisiotto, arrestato lo scorso giugno perché sotto inchiesta per sottrazione di farmaci all’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio e infrazione alla legge sugli stupefacenti, Caverzasio si è immediatamente trovato in una situazione decisamente delicata e complicata. Caverzasio, lei sa benissimo che la domanda che tutti si pongono è: perché non si è dimesso subito? «Precisiamo bene. Io non sapevo niente e infatti non c’è collusione, non si è constatato nulla». Eppure si parla di presunti precedenti. Stando ad alcune indiscrezioni vi sarebbero stati episodi simili a quelli contestati oggi dal magistrato anche in passato, quando l’uomo lavorava al Servizio aiuto domiciliare. «Io non ne sapevo assolutamente niente. Anzi, le cose che so le ho lette anch’io sui giornali. Poi in luglio e agosto il consiglio d’amministrazione non si è quasi più riunito e dunque non c’è stata nemmeno l’opportunità per parlarne» aggiunge il capogruppo leghista in parlamento cantonale. Però si è dimesso... «Certo, anche perché voglio evitare di entrare in polemiche inutili. In questi casi si può sempre speculare». Quindi, ha pensato, meglio togliere il disturbo prima che si formi la valanga. L’inchiesta penale a carico dell’infermiere stabilirà le eventuali responsabilità sui fatti contestati. E questa è una cosa. Per contro essere assunti là dove ‘comanda’ un amico intimo o un parente non può che suscitare perplessità. Se poi addirittura vi erano precedenti, diciamo così, poco consoni alla professione svolta, la situazione peggiora parecchio non trova? «Lo ripeto. Ammesso che ci siano, non ero assolutamente a conoscenza di eventuali precedenti simili a quelli contestati. E poi, dando per buone le sue constatazioni, la persona in questione sarebbe stata almeno assunta stabilmente a tempo pieno, mentre invece aveva un ‘contratto su chiamata’. Potevano lasciarlo a casa in ogni momento e per motivi assai più banali» risponde il nostro interlocutore. Per non dire i commenti positivi, aggiunge Caverzasio, sull’operato professionale prima, evidentemente, che emergessero i presunti reati oggi
‘Sul caso giudiziario in questione non ero a conoscenza di niente’
contestati. «Guardi, lei magari non ci crederà ma quando ho preso conoscenza di questa vicenda sono letteralmente caduto dall’albero». Anche perché, aggiunge il capogruppo della Lega, non si può certo dire che la persona in questione avesse improvvisamente migliorato il proprio tenore di vita. Insomma, proprio nulla – insiste Caverzasio – dava a immaginare qualcosa che non funzionava, o peggio qualcosa d’illegale.
Dopodiché, va da sé, «spetta alla magistratura effettuare tutte le verifiche del caso e non certo a me». Sul resto, sulle sue dimissioni dal Cda dell’Ente ospedaliero, Caverzasio resta convinto di aver fatto la scelta giusta. «Subito il colpo, ho immediatamente compreso che avrei dovuto agire di conseguenza appena possibile. Per questioni di opportunità. Pur non avendo fatto niente che lo motivi, ho deciso di dimettermi per evitare polemiche futili in un momento importante per l’Ente ospedaliero. Avrei potuto benissimo restare dove stavo, ma a mio avviso in un simile contesto è bene mettere subito a tacere le solite e inutili voci». Un passo indietro opportuno, a maggior ragione per chi milita in un movimento che da sempre – da quando si è costituito oltre vent’anni fa – contesta l’attaccamento alla ‘cadegra’ degli altri politici.