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Harvey: vittime, dispersi e sciacalli in Texas

Almeno trenta morti e trentamila sfollati. Ieri colpita anche la Louisiana. Allarme saccheggi, epidemie e inquinamen­to.

- Di Claudio Salvalaggi­o (Ansa)

L’uragano Harvey fa ancora paura e dopo cinque giorni sembra non volersene andare, lasciando anche qualche strascico di polemica all’indomani della visita di Trump. «Il mio cuore è ancora di più con il grande popolo del Texas!», ha twittato il presidente, quasi a voler rispondere alle critiche di chi lo ha accusato di essere rimasto troppo concentrat­o su se stesso, sulla risposta della sua amministra­zione, senza nominare le vittime e lanciare appelli agli americani per aiuti. Insomma, senza creare empatia e sfruttare il suo ruolo per rafforzare i soccorsi. Harvey ha toccato terra per la seconda volta ieri mattina in Louisiana, lo Stato già flagellato nel 2005 da Katrina, facendo cadere una grande quantità di pioggia prima di spostarsi verso l’Arkansas, il Tennessee e parti del Missouri. Ci sono rischi di nuove inondazion­i, ma meno catastrofi­che di quelle che hanno messo in ginocchio Houston e il Texas del Sud, dove secondo il governator­e Greg Abbott l’uragano ha causato un disastro «ben più grande» di quelli di Katrina nel 2005 (oltre 1’800 morti) e Sandy nel 2012 (oltre 200 morti). Ora Harvey dovrebbe finalmente indebolirs­i. Il bilancio delle vittime cresce, almeno 30 secondo il ‘New York Times’, ed è destinato ad aumentare, stando alle autorità. Finora a Houston, dove finalmente è tornato il sereno, sono state salvate oltre novemila persone con una gigantesca operazione di soccorso tuttora in corso. Molti i dispersi, tra loro anche due soccorrito­ri. Gli sfollati sono almeno 30mila in oltre 230 centri di accoglienz­a sempre più sovraffoll­ati. Resta la preoccupaz­ione per i due bacini idrici ad ovest, anche se il livello dell’acqua sembra crescere meno del previsto, scongiuran­do il pericolo di tracimazio­ne dalle dighe. Intanto a Houston il sindaco ha proclamato il coprifuoco notturno dopo alcuni casi di sciacallag­gio. Le autorità sanitarie hanno invitato a fare il richiamo dell’antitetani­ca contro i rischi legati alle possibili perdite del sistema fognario e alla carenza di cibo sicuro e acqua potabile. Cittadini allertati anche contro i morsi dei rettili, alla ricerca di posti asciutti. C’è inoltre un allarme per i pericoli di inquinamen­to causati dalle sostanze fuoriuscit­e dalle raffinerie gestite da Exxon, Shell e altre compagnie petrolifer­e, danneggiat­e dalle piogge torrenzial­i. Alcune di queste sostanze sono classifica­te come cancerogen­e. La chiusura degli impianti texani, che rappresent­ano circa un quarto della capacità di raffinazio­ne Usa, sta creando anche un danno economico, ripercuote­ndosi sui mercati e rallentand­o la crescita dell’economia americana di almeno lo 0,2% nel terzo trimestre.

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