Ristorazione e alberghiero sono in ritardo con la sfida tecnologica
Nei dibattiti sulla ‘digitalizzazione’ si utilizzano attualmente diverse parole chiave come ‘trasformazione digitale’, ‘industria 4.0’, ‘industria 2025’ o anche ‘prodotti smart’. È quindi evidente che in tale contesto non ci sia accordo sul significato del concetto e che, al contrario, esso racchiuda aspetti e tematiche molto differenti tra loro. La maggior parte delle imprese dell’indagine della Hochschule di San Gallo (giunta alla quarta edizione) – quasi il 72% delle Pmi – sta già seguendo dei progetti digitali i quali possono includere varie iniziative, ad esempio per la realizzazione di un negozio online o per lo sviluppo di un’app per i clienti. Le più coinvolte, e non poteva essere diversamente, sono le aziende del settore Itc (informatica e comunicazione), mentre sono ancora numerose (cfr. grafico in pagina) le imprese del settore alberghiero e della ristorazione che non hanno ancora avviato nessun progetto digitale. Le nuove tecnologie e gli sviluppi non hanno come risultato soltanto dei vantaggi in termini di opportunità, ma sono associati anche a rischi e sfide. Le Pmi intervistate dai ricercatori della Hochschule di San Gallo hanno menzionato da una parte aspetti, come l’aumento della sofisticazione, la maggiore flessibilità e velocità, che riguardano in primo luogo la prospettiva aziendale, dall’altra fattori come la trasformazione del comportamento dei clienti, i canali di vendita e le tendenza alla fruizione gratuita dei servizi che prendono in considerazione il contesto di mercato. Il crescente utilizzo delle tecnologie digitali, inoltre, fa sì che vi sia una quantità sempre maggiore di dati da gestire. I risultati globali indicano che per le Pmi intervistate il tema della sicurezza dei dati è prioritario: quasi il 45% delle aziende interpellate l’ha indicato come una sfida di primaria importanza. Circa il 40% delle Pmi avverte come sfida principale l’elevato fabbisogno di investimenti. Anche il reclutamento di personale competente – ritenuto scarso – è visto per oltre il 40% degli intervistati come una sfida fondamentale per cavalcare l’onda della digitalizzazione.