Bondo: Cavigelli ammette l’errore
«Le autorità hanno commesso un errore di valutazione». Lo ha dichiarato il consigliere di Stato grigionese Mario Cavigelli in un’intervista pubblicata dal sito della Srf (ripresa dalla Rsi) sulla frana in Val Bregaglia. «I nostri specialisti non hanno previsto l’acqua che ha mosso il materiale roccioso. Monitoriamo la montagna da sei-sette anni, ma questo non l’avevamo proprio calcolato». E in effetti i detriti lungo il loro percorso hanno coinvolto alcuni nevai sottostanti e riali, trasformandosi in una massa fangosa che è defluita fino a Chiavenna e al Lario, peraltro neutralizzando la fauna ittica. Nell’intervista Cavigelli non sa spiegarsi le ragioni di questo sbaglio. «Ci occupiamo del Pizzo Cengalo dal 2011. La massa rocciosa che è franata abbiamo potuto prevederla con una buona precisione (3-4 milioni di metri cubi staccatisi dal Pizzo Cengalo) e per questo abbiamo potuto dare consigli molto utili al Comune. Per esempio la vasca di contenimento, costruita in parte contro il volere della popolazione. Abbiamo però potuto contare sulla comprensione e su un importante supporto delle autorità comunali. Dal nostro punto di vista hanno lavorato correttamente». Quanto alle otto vittime e al livello di informazione sul pericolo prima del crollo, il consigliere di Stato sostiene che “la responsabilità va in prima battuta al Comune. Il Cantone svolge una funzione di consulente per queste questioni. Le autorità locali hanno reso attenti sui rischi, quindi nel caso specifico né il Comune né il Cantone hanno qualcosa da rimproverarsi». Il villaggio di Bondo, altra notizia di ieri, riceverà un sostegno di 500mila franchi dal Patronato svizzero per i comuni di montagna.