Va a processo l’esercente ‘orco’
Alle Criminali di Locarno il 21 novembre. Coazione e atti sessuali nei confronti di 3 bambini Firmato nel frattempo anche l’atto d’accusa a carico dell’ergoterapista che aveva molestato 4 persone fra anziani e disabili. Lui nega.
Un rinvio a giudizio già fissato – il 21 novembre, alle Criminali di Locarno, per l’esercente presunto pedofilo che aveva molestato una bambina germanica di 7 anni –, nonché un atto di accusa appena firmato: quello a carico dell’ergoterapista che avrebbe indugiato in atti sessuali con 4 persone fra anziani o disabili. Si concretizzano fasi diverse per due importanti casi di cronaca di giudiziaria che negli scorsi mesi avevano fatto parecchio discutere. Il primo, particolarmente inquietante, è quello riguardante l’esercente sui 60 anni che nel maggio del 2016, nel suo grotto-osteria nel Locarnese, attirò una bambina germanica al piano soprastante il ristorante e la baciò nelle parti intime. Il tutto mentre i genitori, ignari, consumavano la loro cena. Poi la bambina, apparsa inquieta, parlò, e la magistratura poté aprire il vaso di Pandora. All’interno del quale ha trovato altri due casi quantomeno sospetti. Uno riguarda l’ambito familiare, l’altro un bambino che per caso ha visto l’uomo a “Locarno on Ice” e lo ha indicato alla madre come colui che tempo prima lo aveva importunato al Lido. In tribunale, dunque, dovranno emergere con la maggior chiarezza possibile i contorni di una situazione che soltanto l’inchiesta penale condotta dal procuratore pubblico Nicola Corti ha consentito di iniziare a ricostruire. L’imputato, difeso dall’avvocato Alain Susin di Lugano, è accusato di atti sessuali con fanciulli ripetuti, coazione ripetuta, pornografia dura e rappresentazione di atti di cruda violenza. Rimane da stabilire chi sosterrà il lavoro accusatorio in aula, visto che Corti non fa più il magistrato. Per il caso dell’ergoterapista ancora non è stata fissata la data del processo, ma l’atto d’accusa è appunto appena stato firmato dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo. A carico dell’uomo vi sono diverse espressioni di quella che giuridicamente si traduce nel reato di coazione sessuale. I fatti, commessi secondo l’accusa fra il gennaio e il marzo di quest’anno, sono come detto integralmente contestati. Ma colpisce che le denunce a carico siano state due, indipendenti una dall’altra e praticamente concomitanti. L’uomo, che ha 52 anni, è attualmente in regime di carcerazione di sicurezza. Aveva lavorato per la Croce Rossa svizzera fino all’estate del 2016, ma i presunti reati riguardano la sua attività successiva, svolta privatamente sia in uno studio nel Locarnese, sia al domicilio dei pazienti. Quattro, come detto, quelli che sostengono di essere stati molestati. All’avvocato Daniele Iuliucci, legale dell’accusato, il compito di dimostrare l’estraneità ai fatti giurata dal suo assistito.