Una difficile ricucitura
Vertenza Arl-Decs: mentre Bernasconi annuncia il pensionamento, continua il botta e risposta Nel frattempo, le due ditte subentrate nel trasporto scolastico proseguono con il proprio mandato; il nodo giuridico delle fermate non è ancora stato sciolto
Accordo sì, accordo no. I giorni passano, ma lo scontro fra Autolinee regionali luganesi (Arl) Sa e Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) non rientra. “Sono in corso fattive e proficue discussioni con il lodevole Consiglio di Stato al fine di giungere alla sottoscrizione di un accordo” dichiarava ieri in tarda mattinata un comunicato delle Arl. «Al momento non c’è nessun accordo – la replica del consigliere di Stato Manuele Bertoli –, siamo disponibili per incontrarci ma a una serie di condizioni». Se un’intesa sia vicina o lontana non è del tutto chiaro, certo è che c’è divergenza rispetto allo stato delle trattative. Dopo l’attribuzione, per mandato diretto, del trasporto degli allievi della scuola media di Pregassona residenti nella valle del Cassarate a due ditte – la Principe Viaggi e la Valbus Viaggi –, lo scontro fra le Arl e il Cantone si è palesato nell’opinione pubblica. L’ultimo capitolo che alimenta la polemica riguarda quest’accordo, che stando alle Autolinee prevederebbe – in collaborazione con l’Ufficio federale dei trasporti – il passaggio del trasporto scolari della suddetta scuola a trasporto di linea. Si tratterebbe, sempre secondo il comunicato, di una modifica che permetterebbe un risparmio, ottenuto grazie alla partecipazione federale alla copertura dei costi. Inoltre, le trattative includerebbero anche un rinnovo – fino al 2028 – delle concessioni federali relative alle linee oggetto di privativa. Una volontà conciliante, quella delle Arl, dopo giorni di comunicati infuocati, testimoniata anche dalle parole del presidente del Consiglio di amministrazione della società, Bruno Lepori. «Vista la disponibilità del Consiglio di Stato a trattare – ha detto ai colleghi della ‘Rsi’ –, i due ricorsi al Tram verranno ritirati, anche se formalmente non abbiamo ancora deciso».
Rassicurazioni sui licenziamenti Bertoli intanto auspica che Petrini ritratti le dichiarazioni
Rassicurazioni sono arrivate anche al personale, allontanando lo spettro – paventato negli ultimi giorni – di cinque possibili licenziamenti a causa della bagarre e dei mancati introiti conseguenti al mandato sospeso. Sentendo la controparte, tuttavia, sembrerebbe che i rapporti sono ancora lungi dall’essere tornati sereni... «Sì, ci hanno scritto una lettera – spiega il presidente del governo –, a cui risponderemo. A una serie di condizioni si comincerà un percorso di ricucitura, dove si arriverà si vedrà. Finché questa riunione non avverrà, le cose resteranno come sono». Interpellato riguardo all’ipotizzata collaborazione con Berna, Bertoli sottolinea come non sia arrivato alcun preavviso dalla Confederazione e che la ridefinizione del trasporto – da scolastico a pubblico – è tutt’altro che immediata, dato che devono essere verificati diversi aspetti. Una conferma dello status quo la dà alla ‘Regione’ anche il capo della Sezione amministrativa Giorgio Franchini: «I servizi giuridici del Decs e del Dipartimento del territorio stanno vagliando la questione giuridica relativa all’uso delle fermate – spiega –, ma per ora continuiamo a utilizzarle perché la nostra priorità resta la frequenza delle lezioni e la sicurezza degli allievi». Stallo, polemiche e fraintendimenti. Ma anche novità, significative. Curzio Bernasconi, il direttore di Arl, lascerà la sua carica a beneficio della pensione. La notizia era nell’aria da qualche giorno, ma non è chiaro se sia stata una decisione presa dal diretto interessato o indotta. A sostituirlo sarà l’attuale vice, Damiano De Paris. E se dall’azienda con sede a Viganello è giunta nei giorni scorsi una denuncia contro ignoti per perturbazione della circolazione stradale, permane tensione anche sul piano privato. Qualora Enea Petrini – membro del CdA di Arl e consigliere comunale leghista a Lugano – non ritrattasse pubblicamente quanto affermato su Facebook nei giorni scorsi (dove ha parlato di bugie, ricatti morali e sete di vendetta), non è escluso che il presidente del governo possa querelarlo.