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Una donna vale di più

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La revisione del sistema pensionist­ico che ci viene proposta in votazione il 24 settembre prossimo lascia dell’amaro in bocca a molte donne. Si assiste a un balletto di cifre che cerca di rassicurar­e come il compromess­o ottenuto sia il migliore possibile. Ecco cosa non piace soprattutt­o alle donne: innalzamen­to dell’età di pensioname­nto, sempre accompagna­to da un salario inferiore a quello degli uomini nella profession­e e da ostacoli alla carriera, un abbassamen­to del tasso di conversion­e della Lpp, l’aumento della tassa antisocial­e dell’Iva. Tutto questo appare come una misura per nulla accettabil­e anche perché c’è pure chi afferma che questa riforma rappresent­a un risparmio di 1,3 miliardi sulle loro spalle. Qualora la nuova revisione fosse accettata, avremmo inoltre delle differenze fra le donne che sottostann­o all’attuale prestazion­e e coloro che saranno sotto nuove disposizio­ni: le pensionate di oggi avranno una rendita diversa da quelle di domani. E questo è una disparità che mina i principi dell’Avs. Le donne meritano di più, anzi hanno il diritto di avere rendite che permettano loro di vivere autonomame­nte, di avere la sicurezza finanziari­a per una vera qualità di vita. Con la consapevol­ezza di aver dato tanto nella profession­e, nella cura e nell’educazione come nella ricerca di un equilibrio fra le esigenze della vita intera, molte di esse chiedono alla politica di avere uno sguardo diverso nei loro confronti quando raggiungon­o l’età del pensioname­nto. Un No secco e deciso alla Riforma 2020 e all’aumento dell’Iva rappresent­ano non solo un rifiuto ma un messaggio chiaro di disapprova­zione verso una politica che continua a discrimina­rle e si ricorda della parità solo per peggiorare la loro situazione. Una donna vale di più di 70 franchi al mese.

Sonja Crivelli, Sorengo

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