Lopez scala Sierra Nevada e classifica
Un 1° e un 2° posto per il colombiano dell’Astana. Froome replica a Nibali.
Il weekend andaluso, con due arrivi in salita fuori categoria, ha esaltato Miguel Angel Lopez, il colombiano dell’Astana già vincitore nell’11ª tappa a Calar Alto, che ha conquistato il secondo posto a Sierra de la Pandera (alle spalle di Rafal Majka) e si è imposto in solitaria all’Alto Hoya de la Mora (Sierra Nevada). Chris Froome conserva la maglia rossa, anche se sabato ha perso 4” nei confronti di Nibali, prontamente ripresi e con gli interessi (6”) nella tappa di ieri . L’italiano, infatti, sabato lo ha preceduto sul traguardo di Sierra de la Pandera e si è aggiudicato il terzo posto con relativo abbuono. Nei chilometri conclusivi della salita, Nibali e Contador hanno provato ad attaccare il leader della generale, ma non sono mai riusciti a fare il vuoto e Froome, alla fine, è riuscito a chiudere il buco. Ieri, per contro, ad avvantaggiarsi nei metri finali è stato proprio il britannico, dopo una salita finale nella quale non ha mai dovuto rispondere a particolari attacchi. Lopez, infatti, è scattato quando già si trovava in un gruppetto che precedeva quello del leader e del quale faceva parte anche Contador (poi riassorbito). Il colombiano ha fatto il vuoto per andare a raggiungere Adam Yates, in quel momento al comando, lasciarlo sul posto e raggiungere il traguardo in solitaria. Nell’ultimo tratto di salita è uscito dal gruppo anche Zakarin, con un’azione che gli ha permesso di guadagnare una posizione in classifica generale, dal quarto al terzo posto. Tra Froome e Nibali il distacco è ora di 1’01”, mentre è grande lotta tra Zakarin, Kelderman, Chaves e Lopez, tutti racchiusi in 43”. Oggi la Vuelta osserva il secondo giorno di riposo. Si riprenderà martedì (dopo un trasferimento di più di 800 km) con la 16ª tappa, una cronometro individuale di 40,2 km a Logroño. Poi ancora tanta montagna, in particolare con gli arrivi in quota di mercoledì al Monumento Vaca Pasiega e, soprattutto, di sabato all’Alto de l’Angliru.