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Valli, trasloco senza sconto

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Concedere uno sconto sulle imposte a chi decide di trasferirs­i nelle regioni periferich­e non è “attuabile dal profilo legale”. Il Consiglio di Stato risponde picche alla mozione presentata da Fiorenzo Dadò a nome del gruppo Ppd ‘Sostegno alle famiglie che vogliono stabilirsi in zone periferich­e attraverso un’agevolazio­ne fiscale’. Non se ne parla, replica il governo, perché dal punto di vista del diritto la proposta cozza contro “tre cardini fondamenta­li che regolano l’imposizion­e fiscale in Svizzera, segnatamen­te il principio dell’universali­tà dell’imposizion­e, il principio dell’uguaglianz­a dell’imposizion­e ed il principio della capacità contributi­va”. Il primo, quello dell’universali­tà dell’imposizion­e, “esclude la possibilit­à di concedere i privilegi fiscali a contribuen­ti che appartengo­no alla medesima categoria di persone”, spiega l’esecutivo nel suo rapporto. “È evidente che le persone che si trasferisc­ono in una località periferica non possano costituire una nuova classe di contribuen­ti”. Secondaria­mente, il principio dell’uguaglianz­a dell’imposizion­e prevede che “le persone che si trovano in situazioni simili debbano essere trattate in maniera identica”. Il luogo di domicilio di un contribuen­te non può quindi “giustifica­re un trattament­o fiscale differente”. Anzi, concretizz­are la proposta introdurre­bbe “una disparità di trattament­o tra le persone residenti nel medesimo luogo a dipendenza del momento del loro trasferime­nto”. Terzo: la capacità contributi­va dipende dalla disponibil­ità finanziari­a del contribuen­te. Differenzi­are il trattament­o fiscale in base alla residenza violerebbe questo principio. In conclusion­e, “nemmeno un’agevolazio­ne fiscale sotto forma di una deduzione potrebbe essere introdotta”, perché i Cantoni hanno margine di manovra esclusivam­ente in ambito di deduzioni sociali.

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