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Vittime dell’amianto, la Cag-N vuole archiviare L’Uss non ci sta e chiede una prescrizio­ne ‘relativa’

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La Commission­e degli affari giuridici del Nazionale (Cag-N) è contraria all’allungamen­to dei termini di prescrizio­ne (oggi: 10 anni) per le persone che hanno subito danni in seguito all’esposizion­e all’amianto. Una maggioranz­a ritiene che il problema sarebbe stato risolto in modo “sufficient­e e adeguato” dalla tavola rotonda costituita ad hoc. Con 13 voti contro 11, la Cag-N raccomanda al plenum di archiviare il dossier, oggetto di un ping-pong tra le due Camere. I lavori della tavola rotonda sull’amianto, tenutisi in marzo, hanno potuto essere “conclusi con successo” con la costituzio­ne della Fondazione Fondo per le vittime dell’amianto, si legge in una nota dei Servizi del parlamento. Se anche l’omonima commission­e degli Stati dovesse proporre l’archiviazi­one, toccherà ai due rami del parlamento decidere in via definitiva. Attualment­e il Nazionale intende allungare il termine per poter chiedere un indennizzo da 20 a 30 anni per i casi di decesso e danni alla salute, ma i ‘senatori’ si sono opposti. L’Unione sindacale svizzera (Uss) chiede al Nazionale di non seguire il parere della maggioranz­a della Cag-N. In una nota, l’Uss ricorda la sentenza del 2014 con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’attuale termine di prescrizio­ne di 10 anni non rispetta il diritto a un equo processo. L’organizzaz­ione sindacale è del parere che ci vorrebbero brevi termini di prescrizio­ne relativi, che decorrono solo a partire da quando il danno si manifesta, spesso decenni dopo l’esposizion­e. ATS/RED

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