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Un sondaggio sul fu Parc Adula

L’indagine è condotta dall’Università di Berna in collaboraz­ione con quella di Zurigo, su incarico dei Cantoni Ticino e Grigioni e dell’Ufficio federale dell’ambiente

- Di Katiuscia Cidali

Comprender­e le ragioni del rifiuto. È l’obiettivo del sondaggio post votazione sul progetto Parc Adula, recapitato negli scorsi giorni a tutte le economie domestiche dei Comuni i cui abitanti sono stati chiamati alle urne lo scorso 27 novembre. Il formulario – da compilare e ritornare entro l’8 settembre in una busta già affrancata – intende far luce sulle ragioni del no espresso da otto Comuni su 17. Sulla lettera che accompagna il lungo e articolato questionar­io – otto pagine con domande aperte e a crocette, la cui compilazio­ne “richiede circa 15 minuti” ma probabilme­nte anche di più – è indicato lo scopo della ricerca: “Con la presente indagine vorremmo individuar­e le cause del risultato di questa votazione. Obiettivo del questionar­io è indagare sui motivi, i bisogni, i desideri e i timori della popolazion­e locale che si trovano alla base del rifiuto al progetto”. L’indagine si svolge su incarico del Canton Ticino e dei Grigioni, dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) ed è parte di una valutazion­e del progetto del Parco nazionale Parc Adula, condotta dall’Istituto geografico dell’Università di Zurigo. Il sondaggio è stato tuttavia elaborato dal Centro di competenza per il Public management dell’Università di Berna. Interpella­ti dalla ‘Regione’ su cosa accadrà una volta raccolti i dati, i ricercator­i dell’Università di Berna spiegano che il loro compito sarà procedere con l’analisi, interpreta­re i risultati ottenuti e integrarli in un rapporto finale che verrà recapitato ai Cantoni Ticino e Grigioni. «Questi rapporti riassumono il lavoro e possono essere lunghi anche cento o duecento pagine», evidenzian­o. L’Università di Zurigo invece farà un’analisi qualitativ­a che verrà integrata nel rapporto finale. «Tutti i dati raccolti sono e restano completame­nte anonimi – tengono a precisare i ricercator­i – e verranno utilizzati solo a scopo di ricerca. Come spesso accade in questo ambito, i dati raccolti possono venire pubblicati anni dopo su riviste scientific­he».

Un rifiuto, molte domande

“Ogni opinione conta, siamo perciò interessat­i a ogni punto di vista!”, si legge in grassetto nella prima pagina del questionar­io. E come in ogni sondaggio, per ricavare dati significat­ivi e utili “è importante che vi partecipi il maggior numero di persone”, si sottolinea nella lettera accompagna­toria. Alcuni abitanti non hanno nascosto un certo stupore e anche un po’ di fastidio per il lungo questionar­io recapitato: «Non capiamo il bisogno di porre tutte queste domande su un progetto su cui la popolazion­e si è già espressa chiarament­e. Non intendo partecipar­e ancora a un sondaggio», afferma un abitante bleniese. Entriamo ora nel merito del questionar­io anonimo e vediamo alcuni interrogat­ivi posti. Nella prima pagina si comincia con domande dirette: “Ha partecipat­o alla votazione? Cosa ha votato?”. Seguono altre domande a crocette con più possibilit­à di risposta: “Quando ha deciso cosa votare? Ha mai cambiato opinione? Le è risultato tendenzial­mente facile o difficile formarsi un’immagine sulle conseguenz­e personali del progetto con le informazio­ni ottenute?”. Segue una domanda aperta in cui si chiede di motivare la propria decisione di voto. Dopodiché, si passa a domande più specifiche relative al Team Parc Adula: “Ha compreso le richieste della popolazion­e locale? Ha fornito sufficient­i informazio­ni?”. Con cinque possibilit­à di risposta da 1 (completame­nte in disaccordo) a 5 (completame­nte d’accordo). A pagina 4 si chiede di indicare quanto sono importanti alcuni temi su una scala da 1 a 4: salvaguard­ia della cultura e tradizioni locali, sviluppo economico, protezione natura e paesaggio, della flora e della fauna, autonomia decisional­e per questioni locali, promozione del turismo. Infine si richiedono alcune informazio­ni personali, tra cui: l’ambito lavorativo e le attività praticate nel tempo libero nella propria regione.

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TI-PRESS/REGIONE Il 27 novembre 2016 la popolazion­e locale ha respinto il Parco

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