Schianto fatale: una sfida?
Stando al legale di parte civile, anche senza l’esistenza di un preventivo accordo tra i due protagonisti si trattava di gara
Tragica fatalità, oppure la morte del 19enne, avvenuta quattro anni (e mezzo) or sono a Cadenazzo, che ha scosso la regione del Bellinzonese, è riconducibile al comportamento – grave e sconsiderato – del coetaneo che guidava l’auto su cui era a bordo? La presunta spericolatezza dell’uomo al volante, tornato alla sbarra (oggi 24enne), è legata alla dimostrazione della colpevolezza dell’altro amico della vittima, il coimputato a bordo di una seconda auto, con cui si erano innescati una serie di sorpassi ad alta velocità, prima in autostrada da Bellinzona nord e poi sulla strada cantonale. Il triste caso, che aveva portato alla nascita dell’associazione ‘Nelsi i sogni’ in ricordo della sensibilità del giovane di origine colombiana scomparso, potrebbe concludersi stasera alle 17 con la lettura del dispositivo della sentenza dal giudice Mauro Ermani. Potrebbe, poiché altre circostanze potrebbero rinviare il verdetto, dopo il deferimento alle Criminali due anni or sono in seguito alla richiesta della Corte (sempre presieduta dal giudice Ermani) di vagliare i presupposti per il reato di omicidio intenzionale per dolo eventuale (oltre che per omicidio colposo) del principale imputato. Se la Corte propendesse per la gara infatti la posizione del coimputato (20enne ai fatti) muterebbe. Singolare in questo procedimento, oltre al rinvio e al rischio di un altro slittamento di cui si è detto, è la differenza tra la ricostruzione della pp Margherita Lanzillo e, nella stessa ala dell’aula penale, l’esposizione dell’accusatore privato Mario Branda. Stando alla pp non vi sono infatti elementi che possano far pensare a una gara di velocità, come indica l’atto di accusa steso in un secondo tempo di omicidio intenzionale per dolo eventuale. La pp si è battuta pertanto (solo) per la condanna a 18 mesi sospesi per omicidio colposo del responsabile dello schianto, chiedendo altresì il proscioglimento dell’altro imputato, 20enne al tempo dei fatti. Nel farlo il magistrato ha invitato ad attenersi alla realtà dell’inchiesta, a prescindere dal carattere dei due.
Risarcimento di 13mila franchi
Anche in assenza di un accordo esplicito degli imputati di sfidarsi in una gara di velocità, per l’incidente mortale di quattro anni fa a Cadenazzo può – secondo l’accusatore privato avvocato Mario Branda – configurarsi il reato di omicidio intenzionale per dolo eventuale (o almeno di omicidio colposo con grave negligenza), dal momento che i due imputati (come stabilito dal Tribunale federale con una sentenza citata da Branda) si trovavano nella condizione di dar mostra delle loro capacità alla guida. Branda ha avanzato quindi, in rappresentanza della famiglia della vittima dell’incidente, una richiesta di risarcimento di 13mila franchi, oltre a quanto pattuito in un precedente accordo raggiunto tra le parti.