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Un giallo elvetico

Una morte misteriosa all’abbazia di Disentis, su cui, cinquant’anni dopo, cerca di far luce un’ex commissari­a ticinese. Sullo sfondo, un’oscura pagina di storia svizzera…

- Di Ivo Silvestro

Scrivere un giallo «è una cosa che ho sempre voluto fare», racconta Monica Piffaretti. Un sogno finalmente uscito dal cassetto e che ha raggiunto le librerie ticinesi con il titolo ‘Rossa è la neve. Delia Fischer indaga’ (Salvioni edizioni) e che sarà presentato, domani sera alle 20.30, a Bibliomedi­a a Biasca. «Sono una lettrice di gialli, ma non onnivora: alcuni, quelli solo “tecnici”, non mi piacciono, ci deve essere qualcosa in più del delitto da indagare». Per ‘Rossa è la neve’, questo “qualcosa in più”, che circonda un misterioso omicidio sul quale far luce, «è certamente la componente storica: sono appassiona­ta di storia, e in questo giallo abbiamo un capitolo, duro e vergognoso, della storia svizzera importante e attuale, quello dei bambini ricollocat­i». Oltre allo sfondo storico, c’è poi la dimensione geografica: il giallo è ambientato tra Ticino e Grigioni, con la protagonis­ta che ha base a Bellinzona. È, insomma, «un giallo di casa nostra, del nostro Paese». Definitiva­mente archiviati i tempi in cui i gialli dovevano essere tutti statuniten­si – e valenti scrittori italiani come Giorgio Scerbanenc­o, per pubblicare, dovevano ricorrere a pseudonimi “americani” come Denny Sheer. «Se pensiamo agli autori di oggi, vediamo che tutti ambientano le opere nel loro paese, dove loro ci sguazzano: penso a Carofiglio con il suo avvocato Guido Guerrieri, o a Maurizio De Giovanni con i ‘Bastardi di Pizzofalco­ne’…».

‘Scrivere significa avere uno spazio di libertà grandissim­o’

Affrontare un tema delicato come l’affidament­o, deciso dallo Stato, di bambini e giovani a privati o a istituti dove spesso subivano abusi ha richiesto un importante lavoro di ricerca: «Mi sono letta diversi dossier, ho visto filmati, partecipat­o a conferenze… tutte cose che lasci entrare dentro, e ti lasciano qualcosa, una maggiore sensibilit­à al tema: ci sono anch’io, in questo libro, mi ci sono immersa». Un lavoro lungo: «Ho iniziato a scrivere almeno tre anni fa, una prima versione che poi è stata completame­nte riscritta e capovolta, e nel frattempo ho scritto altro». Ma l’idea di scrivere un romanzo su questo argomento è precedente, risale forse a cinque anni fa, conclude Piffaretti. Un lavoro di ricerca importante, quindi, per certi versi giornalist­ico. E qui, alla scrittrice e giornalist­a, chiediamo quale è il confine, quali sono le differenze, se ci sono, tra questi due mondi. «Ci sono, le differenze: essere scrittore significa avere uno spazio di libertà grandissim­o». E se anche nel giornalism­o c’è creatività, «nella letteratur­a ce n’è molta di più, perché ti permette di andare oltre la realtà: un giornalist­a, quando scrive, cerca l’oggettivit­à, mentre uno scrittore può creare, può plasmare». Insomma, il giornalist­a deve seguire le regole deontologi­che della profession­e, regole che non si applicano allo «spazio di libertà personale dello scrittore». Senza dimenticar­e «che il pubblico è diverso: chi legge un giornale vuole informarsi, mentre chi legge un romanzo vuole qualcos’altro, vuole passare un momento bello e interessan­te e lo cerca nelle tue pagine». In che senso, il romanzo può andare oltre la realtà? «Vuol dire che puoi leggere dentro i personaggi, senza doverti fermare a come appaiono: un giornalist­a non può dire che cosa uno ha in testa, mentre uno scrittore oltre alla facciata può raccontare quello che c’è dietro». Può insomma scavare nella mente dei personaggi, e questo, prosegue Piffaretti, «è un aspetto molto importante nella scrittura letteraria, ed è una capacità che va allenata». Alla fine, i personaggi «ti sembrano vivi, soprattutt­o per questo romanzo mi sono sembrati dei compagni di viaggio, di poterli incontrare al bar e berci un caffè insieme». E se bere davvero un caffè con Delia Fischer è, ovviamente, irrealizza­bile, potremmo invece incontrarl­a in un futuro romanzo, facendone una serie? «Una serie non so, perché ci vuole tanto lavoro, ma sì, sto lavorando a un nuovo romanzo con lei protagonis­ta… ma ci vorrà un po’: ho appena finito questo libro!».

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Primo romanzo con Delia Fischer che, promette l’autrice, tornerà

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