In Concorso non splende il sole
Strana giornata, di passaggio, per il Concorso. In un Lido abbandonato dalle folle del fine settimana, sono entrati in competizione tre film, in modi diversi forse non necessari per la caccia ai Leoni: il britannico ‘Three Billboards Outside Ebbing, Missouri’ di Martin Mcdonagh, l’italiano ‘Una Famiglia’ di Sebastiano Riso e l’atteso documentario statunitense ‘Ex Libris - The New York Public Library’ di Frederick Wiseman. Quest’ultimo è un pastone poco digeribile: 197 minuti, in cui il premiato ottantasettenne documentarista prova a raccontare la felice complessità di una istituzione storica qual è la New York Public Library che si occupa non solo di libri, ma organizza conferenze, e concerti, accoglie un doposcuola per bambini in difficoltà, una scuola per immigrati perché imparino l’inglese… Dall’addetto alla sicurezza antincendio agli smisurati incontri di programmazione dove si discute se puntare sui libri digitali, sui classici o sui best seller, Wiseman porge tutto senza filtro, documenta più di dirigere un documentario, e la sala comincia a svuotarsi dopo un’ora. Fiction pura e di buon tessuto è ‘Three Billboards Outside Ebbing, Missouri’ di Mcdonagh. Il film è una tragicommedia ben equilibrata con al centro la immensa Frances McDormand nella parte di una madre cui hanno violentato, ucciso e bruciato la figlia. Dopo mesi in cui le indagini sono ferme, senza alcun indizio, decide di affittare tre grandi cartelloni (quelli del titolo) alle porte della cittadina dove vive, per denunciare lo sceriffo (un bravissimo Woody Harrelson) e la sua incapacità di trovare l’assassino della figlia. Si ride, ci si commuove in un film dai toni coeniani, meritevole degli applausi ricevuti anche durante la proiezione, grazie a dialoghi di gran spessore. Si resta invece infastiditi di fronte alla presunzione che aleggia in un film come ‘Una Famiglia’ di tal Sebastiano Riso che si crede capace di affrontare un tema come quello del commercio dei bambini appena nati. Al centro del film una coppia: Vincent, un monotono e monocorde Patrick Bruel, che vende i figli partoriti da Maria, una invedibile Micaela Ramazzotti. Il film mette dentro tutto e di più: la coppia omosessuale che vuole i figli, le case di massaggio orientali dove si pratica il sesso, i ginecologi corrotti, la madre di lei che muore, Pippo Delbono costretto a far da autista (uno spreco d’attore imperdonabile). Un film mal fatto: perché in Concorso?