laRegione

Il sostenibil­e equilibrio tra sacro e profano

- B.D.

E alla fine, fusione fu. I Flying Steps hanno danzato sul Clavicemba­lo ben temperato di Johann Sebastian Bach, scaldando una fresca (tendente al freddo) notte luganese d’inizio settembre. Pubblico di Piazza Riforma tutt’altro che gelido sin dalle prime note, catturato dal Preludio e fuga in Do maggiore suonato al pianoforte da Christoph Hagel. Il Red Bull Flying Bach è stato un crescendo, una gustosa commistion­e di generi dal risultato appagante. Bella l’unione di movenze così agli opposti, belli soprattutt­o gli apparentem­ente anomali pas de deux tra b-boys (ballerini di breakdance) e danzatrice classica (la brava Virginia Tomarchio), capaci di produrre brividi. Strappano applausi – come prevedibil­e – le parentesi acrobatich­e nelle quali la crew tedesca ha provato a sovvertire concetti quali “gravità”, ruotando sulla testa o volteggian­do su mani e piedi a velocità impossibil­i. Il suono metallico del clavicemba­lo ha avuto un suo corrispett­ivo nei gesti dei ballerini, il cui movimento è sembrato il naturale prolungame­nto visivo delle fughe eseguite dal vivo. La grafica, incluso il super slow motion che accompagna alcune esecuzioni di pianoforte, ha aggiunto pathos a pathos. In nome del genio compositiv­o del compositor­e, il gran finale di Red Bull Flying Bach è stato affidato a una ‘battle’ (battaglia) tipicament­e da b-boys, a colpi di salti e rotazioni. La sfida è andata in scena su un tappeto organistic­o, costituito da altro repertorio del tedesco, ovvero la Toccata e fuga in Re minore, elettronic­amente riveduta e corretta. La battaglia, senza esclusione di colpi, ha incluso anche la Tomarchio – qui in tutù nero – e un autoironic­o Hagel, che all’innovazion­e sonora ha aggiunto pure inedite mosse da break-pianista.

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Fermo immagine da Piazza Riforma

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