Officine 2030 nero su bianco
È una storia che non si vorrebbe fosse infinita quella delle Officine Ffs di Bellinzona. Ieri l’ultima puntata, con l’impegno dato dalla casa madre di chiarire i contenuti delle ‘Officine 2030’ prima di un incontro agendato per il prossimo martedì 24 ottobre a Lucerna. Un piccolo traguardo ottenuto ieri con l’aiuto di Franz Steinegger a fungere da mediatore tra una delegazione delle Ffs con Markus Blass (responsabile ‘Industria dei veicoli’), i sindacati, il comitato Giù le mani capitanato da Gianni Frizzo e una rappresentante del Dipartimento finanze ed economia. «Le Ffs – commenta il sindacalista Matteo Pronzini alla ‘Regione’ – hanno finalmente accettato di entrare nel merito delle richieste da noi avanzate da parecchio tempo ormai». Tutto bene, quindi? Sì nella misura in cui – a mente di sindacati e lavoratori – le Ffs presentino davvero un elenco delle attività svolte alle Officine in futuro: manutenzione dei Tilo, degli Etr (610) e dei Giruno. Fondamentale per Pronzini è infatti che si ragioni sui prodotti e ci si ricolleghi al progetto di Centro di competenza e agli accordi presi. Già, ma dove insediare queste nuove attività? A mente di Pronzini è prematuro e fuorviante affrontare ora la questione. «Sono discussioni che dovranno essere affrontate in un secondo tempo. Mi limito solamente ad osservare che sappiamo che anche i Giruno possono essere revisati, tecnicamente, alle attuali Officine». La conferma sarebbe giunta ieri dalle stesse FFs.
Il sindaco di Bellinzona: ‘Contatto diretto con Cantone e Ffs’
Da noi contattato per sapere se ci sono novità riguardo all’ubicazione delle nuove Officine, il sindaco di Bellinzona Mario Branda si limita per ora a dire che la Città è in contatto «diretto e costante con le Ffs e con il Cantone». CAVA