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Rieccolo, Nadal è tornato

Lo spagnolo batte Rublev ed è in semifinale a New York: impresa che non gli riusciva dall’ultimo trionfo, nel 2013

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Gli basta un ora mezza abbondante per disfarsi di tale Andrey Rublev, il diciannove­nne astro nascente del tennis russo (numero 53 dell’Atp) che era il suo ultimo ostacolo verso una semifinale all’Us Open che per Rafa Nadal sembrava maledetta. Siccome il mancino di Manacor non riusciva più a giocarne una a Flushing Meadows dal 2013, l’anno in cui ottenne la sua seconda (e fin qui ultima) vittoria a New York. Il successo di Nadal su Rublev è chiaro e convincent­e. Con lo spagnolo che si è imposto con un perentorio 6-1 6-2 6-2, concedendo al suo avversario un solo break, nel corso del terzo gioco di un incontro giocato al coperto a causa di un acquazzone. Da quel momento Rafa ha fatto corsa in testa, anche per colpa delle sbavature del suo avversario, che ha totalizzat­o ben 43 errori diretti e soli 18 vincenti.

È Muguruza la nuova stella

Nel mirino ha l’ottavo Slam. Prima, però, Venus Williams deve affrontare una semifinale che a New York non raggiungev­a più dal 2010. Un penultimo atto – il 23esimo della carriera, il terzo quest’anno – che affronta a 37 anni, un’età che la consegna alla storia del tennis quale giocatrice più anziana in una semifinale di un “major” (come Martina Navratilov­a nel 1994, nell’anno in cui ne compì 38 il 26 ottobre) in un emozionant­e partita contro Petra Kvitova davanti ai 23’700 spettatori dell’Arthur Ashe. Ieri, però, i riflettori a New York erano puntati anche sulla spagnola Garbiñe Muguruza. Che, nonostante l’eliminazio­ne agli ottavi, lunedì sarà la nuova numero uno del tennis femminile, diventando la ventiquatt­resima giocatrice della storia a occupare il primato nella Wta. E il merito è tutto di Coco Vandeweghe, l’americana che ieri ha tolto di mezzo la ceca Karolina Pliskova (7-6 6-3), facendola scivolare giù dal trono.

Anderson-Carreño Busta

In campo maschile nel duello tra giganti l’ha spuntata Kevin Anderson, vincitore in quattro combattuti set sull’americano Sam Querrey. Il 31enne di Johannesbu­rg è il primo sudafrican­o a raggiunger­e i quarti in un torneo dello Slam dal 2003, anno in

cui Wayne Ferreira a Melbourne fu semifinali­sta. Anderson raggiunse i quarti a New York nel 2015, dove venne sconfitto con un secco 6-4 6-4 6-0 da Stan Wawrinka. Decisivo, ai fini del successo del sudamerica­no, il tie-break vinto nel primo

set, in rimonta da un parziale di 5-2 a favore di Querrey, il quale ha poi accusato il colpo in termini di fiducia, esibendo un tennis meno sicuro ed efficace rispetto a quello che, turno dopo turno, gli aveva permesso di diventare il favorito della parte bassa del tabellone. Il posto in finale se lo contendera­nno quindi Anderson e il solido spagnolo Pablo Carreño Busta (Atp 19), in grande spolvero e reduce dal chiaro successo in tre set ai danni dell’argentino Diego Schwartzma­n.

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KEYSTONE Un solo break, nel terzo gioco, poi è ‘one man show’

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