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‘Non abbiamo imposto nessuno’

Elezione Cf, Caprara: ‘Se i romandi avessero riconosciu­to il seggio al Ticino, avremmo fatto più nomi’

- Di Chiara Scapozza

E il fronte a favore della civica perde altri pezzi: il Comitato cantonale Plr lascia libertà di voto, dopo che 33 delegati su 31 avevano bocciato l’oggetto al voto il 24 settembre

«Non abbiamo imposto nulla a nessuno». Ignazio Cassis poteva anche non essere l’unico candidato Plr della Svizzera italiana alla succession­e di Didier Burkhalter in Consiglio federale. «Noi volentieri avremmo messo a disposizio­ne una scelta». Ma la Romandia ha voluto altrimenti. «Pur sapendo che dai romandi ci sarebbe stata concorrenz­a agguerrita, li avevamo invitati a riflettere se fosse proprio il caso che presentass­ero qualcuno – ha ricordato il presidente Bixio Caprara ieri sera al Comitato cantonale riunito a Sant’Antonino –. Se fosse stata riconosciu­ta la legittimit­à della presenza della Svizzera italiana in Consiglio federale, noi volentieri avremmo fatto altri nomi. Gliel’abbiamo detto, gliel’abbiamo scritto». E invece la Romandia ha calato i suoi due “assi”, oggi sul ‘tricket’ con Cassis, cioè Pierre Maudet e Isabelle Moret. «Tutta la fuffa che è seguita è aria fritta – ha sbottato Caprara –: non abbiamo voluto imporre nessuno!». Tatticismi o meno, sarà solo l’esito dell’elezione a sancire vincitori e vinti. Ne è ben consapevol­e anche il presidente, e con lui tutto il ‘parlamenti­no’ che il 1° agosto aveva avallato a larghissim­a maggioranz­a la strategia del Plr ticinese. «La vittoria o meno della nostra impostazio­ne sarà riconosciu­ta solo il 20 settembre». Su Cassis, intanto, non c’è alcun dubbio: «Riteniamo di avere il miglior candidato. Ovvio, non abbiamo proposto qualcuno che andasse bene ai socialisti, ma qualcuno che abbia difeso i valori cari al nostro partito». E se il tema dell’italianità è veramente riconosciu­to dall’Assemblea federale, «allora è tempo di passare dalle parole ai fatti». Non per una questione di «difesa regionale», ma di «rappresent­anza». Perché poi, sotto la cupola, il Consiglio federale è chiamato a lavorare in maniera collegiale nell’interesse di tutto il Paese. «Ma poi, se il cantone d’origine fosse un elemento così neutrale, perché gli altri per mantenere il terzo seggio romando si stanno scannando?! – ha sbottato il presidente –. Significa che proprio così neutrale questa presenza non è...».

Sì alla sperimenta­zione, ma con qualche vincolo

Alla riunione di ieri sera c’è però stato tempo anche per discutere di scuola, tra riforme sul tavolo e civica al voto. Iniziamo dalla prima. La sperimenta­zione della Scuola che verrà, il progetto di riforma della scuola dell’obbligo, è sul tavolo della Commission­e scolastica del parlamento. Tocca al Gran Consiglio, infatti, deliberare sul credito per avviare la fase test da settembre 2018. Oltre cinque milioni che ieri hanno incassato il ‘sì’ del Plr,

ma ad «alcune condizioni», Caprara dixit. Il nodo del superament­o dei livelli sembra rimanere: «Abbiamo qualche riserva che la soluzione del Dipartimen­to sia quella giusta». Cioè abolizione delle classi formate in base alle competenze e più laboratori a classi ridotte per un insegnamen­to differenzi­ato. «Abbiamo la scuola più inclusiva di tutte, che però non deve smettere di sostenere gli allievi più bravi». I risultati della sperimenta­zione,

poi, «dovranno essere valutati da un organo indipenden­te». Il Plr nutre anche qualche dubbio sulle sedi scelte: «Con tutti i ringraziam­enti del caso a Biasca e Acquarossa, crediamo però che in altre realtà del Cantone ci siano situazioni di partenza differenti». Infine, la riforma prevede docenti supplement­ari. «Vista la carenza di insegnanti, non vorremmo si debba andare a pescare altrove...». Per quanto concerne l’insegnamen­to

della civica il Comitato cantonale si è spaccato a metà e, dopo un voto al fotofinish, ha deciso di lasciare libertà di voto. A onor di cronaca avevano vinto i ‘no’ per due voti (33 a 31): compromess­o bocciato, contrariam­ente alla maggioranz­a del gruppo in Gran Consiglio. Ma Caprara ha proposto di metterla via a... tarallucci e vino. «Visti i numeri, direi che il Plr lascia libertà di voto». Nessuno – va detto – ha reclamato per la decisione.

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TI-PRESS Ignazio Cassis ieri sera a Sant’Antonino non c’era, ma non ci sono dubbi: in casa Plrt è l’uomo del momento

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