Ospedale di riferimento, maggioranza d’accordo
A fine mese la Sanitaria dovrebbe firmare i rapporti sull’iniziativa parlamentare
Sul tavolo della Commissione sanitaria del Gran Consiglio ci sono al momento due bozze di rapporto. Una di maggioranza, allestita da Omar Terraneo (Plr), favorevole all’iniziativa parlamentare generica che chiede l’istituzione in Ticino di un ospedale cantonale universitario di riferimento. E una di minoranza, redatta dalla socialista Gina La Mantia, contraria alla proposta. I rapporti, ancora da affinare, dovrebbero essere firmati nella prossima seduta commissionale, agendata per il 28 settembre. Lo indica in una nota la Sanitaria, che ieri mattina ha convocato in audizione il rettore dell’Università della Svizzera italiana Boas Erez, il decano della Facoltà di biomedicina Mario Bianchetti e il presidente del governo Manuele Bertoli. Inoltrata lo scorso novembre e sottoscritta da quasi quaranta deputati (primo firmatario il popolare democratico Simone Ghisla), l’iniziativa sollecita, previa modifica della Legge sull’Ente ospedaliero cantonale, la realizzazione di un ospedale cantonale di riferimento – con “sede unica” e gestito “dall’Eoc” – in cui concentrare i mandati Mas (medicina altamente specializzata) attribuiti all’ente. Gli iniziativisti ritengono dunque che “si debba passare a un concetto di struttura multisito piramidale con al vertice l’ospedale cantonale di riferimento e alla base gli ospedali regionali e/o di zona”. L’Eoc, tengono a precisare, dovrà continuare “a garantire le cure di base in maniera capillare sul territorio attraverso la gestione degli attuali ospedali regionali e di zona”. La proposta, ribadisce Maristella Polli (Plr), presidente della Sanitaria e tra i firmatari dell’iniziativa, «non prevede alcuno smantellamento». C’è però un rapporto di minoranza. «Secondo la collega La Mantia – afferma Polli – l’Eoc già oggi è in grado di offrire le migliori cure specialistiche. La maggioranza della commissione è invece convinta che occorre un ospedale dove concentrare la casistica Mas e avere così una massa critica importante di pazienti, anche per evitare che i ticinesi facciano capo per determinate cure specialistiche a strutture fuori cantone». Non solo. «In assenza di un ospedale cantonale di riferimento, professori di fama internazionale non sarebbero invogliati a venire in Ticino, nonostante la presenza di una facoltà di biomedicina». Alla luce delle audizioni di ieri, aggiunge la presidente della Sanitaria, la maggioranza potrebbe proporre la ‘cancellazione’ del termine “universitario”: si parlerebbe così non di ospedale cantonale universitario di riferimento, bensì di ospedale cantonale di riferimento. «L’inserimento del termine “universitario” resterebbe comunque un auspicio – rileva Polli –. Si è in attesa che a livello federale venga definito il concetto di ospedale universitario». Se il plenum del Gran Consiglio dovesse accogliere l’iniziativa, la nuova struttura vedrebbe la luce «non prima di venti, trent’anni». La sede? La decisione a tempo debito.