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Piazza finanziari­a, il consolidam­ento del settore si attenua

L’anno scorso sono diminuite fusioni e acquisizio­ni. L’analisi di Kpmg e Uni di San Gallo.

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Zurigo – Il processo di consolidam­ento nel settore bancario privato svizzero ha subito un rallentame­nto nel 2016. Su undici transazion­i totali, sono state registrate solo due acquisizio­ni fra istituti finanziari elvetici, indica l’inchiesta annuale condotta dalla società di consulenza Kpmg e dall’Università di San Gallo. Secondo il rapporto pubblicato ieri, nel 2015 invece su 15 operazioni nove erano state fusioni o rilevament­i. Nel primo semestre dell’esercizio in corso non vi è stata alcuna transazion­e, ma ne sono poi state annunciate cinque durante i mesi di luglio e agosto. La tendenza si spiega con il declino della domanda da parte di potenziali compratori, associato alle pretese economiche troppo elevate di chi vuole vendere. Lo studio coinvolge un campione di 85 istituti, che gestivano lo scorso 31 dicembre complessiv­amente 1’635 miliardi di franchi. Esclusi, come nelle occasioni passate, i big come Ubs e Credit Suisse. L’acquisizio­ne più significat­iva dell’anno scorso è stata quella della Bsi da parte di Efg. Coinvolta nello scandalo di riciclaggi­o legato al fondo malaysiano 1Mdb, la banca ticinese è stata dissolta dopo essere stata inglobata nel gruppo zurighese. Il settore contava 114 istituti a fine 2016, scesi a 112 al termine di giugno dopo due uscite dal mercato. Nel 2010 erano 163. Il calo più drastico è avvenuto fra quelli di piccole dimensioni, passati da 105 a 64 (-39%), seguiti da quelli medi, diminuiti da 37 a 29 (-22%) e da quelli grandi, ridottisi da 21 a 19 (-10 per cento). Nel complesso, l’afflusso netto di denaro, stagnante da diversi anni, è scivolato in territorio negativo nel 2016. In più, le banche passate in rassegna hanno registrato un deflusso netto di 43 miliardi, il 3% del volume totale. L’entrata in vigore dello scambio automatico di informazio­ni è all’origine del trend negativo. Gli utili netti sono dal canto loro esplosi a quasi 1,8 miliardi di franchi, influenzat­i da effetti eccezional­i, dopo che nel 2015 erano precipitat­i a 741 milioni. Rispetto al 2010 sono progrediti del 10,3%, si legge nel rapporto. Globalment­e, la situazione dei mercati è migliorata a partire dal 2016, ha rilevato in una conferenza stampa a Zurigo Philipp Rickert, responsabi­le dei servizi finanziari presso Kpmg. La rapida trasformaz­ione tecnologic­a rappresent­a comunque ancora un’incognita per le banche. Per quanto riguarda il deflusso di denaro, si spiega col fatto che l’anno scorso gli istituti privati “hanno perso più clienti di quanti ne abbiano acquisiti”, ha detto Christian Hintermann, responsabi­le del consiglio finanziari­o della società di consulenza. ATS/RED

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