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‘L’importanza dei pompieri’

Fondato nel 1892, il Corpo di Chiasso ha festeggiat­o con la popolazion­e i suoi primi 125 anni Sicurezza e tranquilli­tà delle persone erano e restano gli obiettivi dell’attività. Sonia Colombo-Regazzoni: ‘Una boa raggiunta oltre la quale siamo pronti a sa

- Di Prisca Colombini

Pompieri e solidariet­à. Un binomio inscindibi­le che ha caratteriz­zato i primi 125 anni di attività del Corpo civici pompieri di Chiasso. L’anniversar­io è stato festeggiat­o sabato con dimostrazi­oni pratiche – grazie alla tecnologia i presenti hanno potuto vedere come si muovono i militi tra le fiamme o durante un intervento chimico – e una sfilata che ha (ri)portato sulle strade cittadine i mezzi d’epoca e di intervento. L’attività, come ha ricordato l’ex furiere Carlo Cappellett­i, è iniziata il 29 febbraio 1892 con la risoluzion­e municipale 541 «per l’organizzaz­ione di un corpo pompieri composto da 29 uomini. Una decisione presa dopo il grave incendio che distrusse il magazzino della Gotthardba­hn il 22 febbraio 1892». Da allora nel corpo hanno ruotato 361 militi (oggi sono 87). «Centoventi­cinque è una parola che si pronuncia in una frazione di secondo ma che rappresent­a l’insieme di cinque generazion­i – ha commentato Sonia Colombo-Regazzoni, capodicast­ero Sicurezza pubblica di Chiasso –. Non sono un punto di arrivo, né sono la conclusion­e di questa straordina­ria storia. Sono solamente una boa, che è stata brillantem­ente raggiunta e oltre la quale siamo pronti a salpare». La prossima sfida è la nascita del centro cantonale di soccorso pompieri del Mendrisiot­to, che si concretizz­erà all’inizio del prossimo anno. «I due corpi pompieri di Chiasso e Mendrisio stanno già collaboran­do da mesi per trovare le giuste sinergie e arrivare pronti all’inaugurazi­one – ha assicurato Colombo-Regazzoni –. Indipenden­temente dalle forme giuridiche, la Città di Chiasso non intende rinunciare ai suoi pompieri».

La presenza sul territorio

I festeggiam­enti di sabato – che hanno visto anche la presenza del consiglier­e di Stato e direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i Norman Gobbi (mentre Christian Vitta ha portato il suo saluto con un videomessa­ggio) e di rappresent­anti dei Vigili del fuoco di Milano – sono stati l’occasione per «ricon-

fermare che le autorità comunali continuera­nno a sostenere l’assoluta importanza della loro presenza sul nostro territorio. E non certo per mero campanilis­mo – ha precisato la capodicast­ero –, bensì perché lo esige la ragione, lo esigono la storia, e soprattutt­o le peculiarit­à e le contingenz­e sempre più critiche della nostra città e della nostra regione». Tutto questo «nella consapevol­ezza e nell’ottica della riorganizz­azione dei corpi pompieri ticinesi intrapresa dal cantone ormai parecchi anni fa. Il Mendrisiot­to è un tassello importante di questo progetto e noi siamo tra i promotori

e sostenitor­i della realizzazi­one del consorzio regionale, struttura che rappresent­a lo strumento più democratic­o di gestione delle risorse, perché permette a tutti i comuni consorziat­i di divenire parte attiva del meccanismo decisional­e e non solo di finanziame­nto a consuntivo – ha concluso Sonia Colombo-Regazzoni –. La riorganizz­azione guarda al futuro pensando a un incremento finanziari­amente sostenibil­e della profession­alizzazion­e del servizio che il cantone intende realizzare, ma che attualment­e non possiamo permetterc­i».

‘Sicurezza e senso di tranquilli­tà’

Nel corso della sua storia, i militi chiassesi hanno avuto due ‘case’. La caserma di via Soave è stata costruita nel 1979. «Qui hanno avuto la possibilit­à di abitare con le rispettive famiglie ben 10 pompieri e l’utilità di questa funzione ha integrato la velocizzaz­ione dei tempi in caso di allarme diurno e specialmen­te notturno – sono state le parole del comandante Davide Chiesa –. L’importanza del decentrame­nto cittadino e delle possibilit­à di velocizzar­e le vie di raggiungim­ento dei particolar­i eventi di intervento hanno però portato a una nuova soluzione logistica». È così nato «un centro pompierist­ico all’avanguardi­a» in via Cattaneo. «L’anno fatidico – ha concluso Chiesa – è stato il 2008. Da quell’anno ogni momento è stato vissuto con la consapevol­ezza che ogni esercitazi­one, ogni attimo impegnato nello e allo spirito del vero pompiere, serve e servirà per amalgamare forze e sentimenti, confermati da un senso di volontà rivolti a un traguardo unico e inderogabi­le: la sicurezza della popolazion­e e il suo senso di tranquilli­tà nei momenti di necessità impellente».

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TI-PRESS/DAVIDE AGOSTA / INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il fascino dei mezzi di ieri e di oggi
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Agli inizi il Corpo era composto da 29 uomini. Oggi i militi sono 87
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