Se la multa per il posteggio la dà (pure) il ‘securino’
Le ditte di sicurezza potrebbero emettere sanzioni disciplinari. A date condizioni Arrigoni, capo della Polizia amministrativa: possibilità ammessa dalla nuova legge federale, ma i Cantoni devono adottare una norma ad hoc
Oggi la competenza è unicamente degli organi statali. Un domani, neppure tanto remoto, anche gli agenti di sicurezza privati – dunque non solo i poliziotti – potrebbero – a precise condizioni – infliggere multe disciplinari: per esempio ai conducenti che non rispettano gli orari di sosta nei posteggi a pagamento. E ciò in virtù della riformata Lmd, la legge federale concernente questo genere di sanzioni, con cui si puniscono illeciti di lieve gravità, varata nel marzo 2016 dalle Camere. La nuova Lmd amplia l’applicazione della procedura della multa disciplinare: ora circoscritta a infrazioni al codice stradale e da qualche anno a determinate contravvenzioni alla legge sugli stupefacenti, verrà estesa a violazioni di altre normative federali. È quanto spiegava, nel messaggio al parlamento, il Consiglio federale, intenzionato a mettere in vigore per il prossimo 1° gennaio la rivista Lmd. Troppo presto, secondo il governo ticinese. Il o i motivi? Per l’attuazione della rinnovata legge sulle multe disciplinari e della relativa ordinanza “dovranno essere modificate diverse normative di applicazione cantonale” e le autorità “dovranno essere adeguatamente” informate e istruite: pertanto un’entrata in vigore dei citati testi federali prima del giugno 2018 “non è auspicabile”, ha scritto di recente il Consiglio di Stato rispondendo alla consultazione indetta da Berna. Anche la Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia e quella dei comandanti delle polizie cantonali «ritengono che l’entrata in vigore» di legge e ordinanza «non possa avvenire in tempi tanto brevi», ricorda, interpellato dalla ‘Regione’ il tenente Elia Arrigoni, responsabile in Ticino della Sezione Polizia amministrativa. La nuova Lmd entrerà comunque in vigore. E fra le altre cose, rileva l’ufficiale della Polizia cantonale, «ammette la possibilità per i Cantoni di dotarsi di un’adeguata base legale che autorizzi l’impiego di personale di sicurezza privato per l’emissione delle multe disciplinari elencate nell’ordinanza di applicazione, purché la misura risponda a un interesse pubblico e sia proporzionata». In ogni caso, puntualizza Arrigoni, «ciò potrà avvenire unicamente a condizione che il personale di sicurezza privato – come sottolineava il Consiglio federale nel messaggio del 2014 sulla revisione della Lmd – sia “impiegato in via subordinata, ovvero se nell’esercizio della sua attività è sottoposto a un rigoroso controllo da parte del personale statale e non dispone di alcun margine di manovra”». Inoltre, aggiunge il capo della Sezione polizia amministrativa, «i termini di un’eventuale collaborazione con enti di sicurezza privati dovranno essere concordati tra i Comuni convenzionati e il Comune sede della Polizia comunale a cui questi enti saranno subordinati, dal momento che gli stessi non saranno abilitati ad agire autonomamente». La rivista Lmd «lascia ai legislatori cantonali la facoltà di stabilire gli organi competenti a irrogare multe disciplinari e per quali delle fattispecie contemplate dalla normativa federale». Gli agenti privati «potranno occuparsi unicamente dei casi per i quali non è necessaria alcuna misura coercitiva nei confronti dei cittadini». In Ticino «si tratterebbe del controllo del traffico veicolare staziona-
rio». Prossimamente «verranno discusse le necessarie modifiche normative cantonali per l’attuazione della nuova legge: sarà quindi affrontata anche la questione a sapere se sia opportuno prevedere la possibilità di avvalersi del supporto delle agenzie private di sicurezza, e a quali condizioni, tramite un’apposita base legale che definisca i criteri e le modalità». L’ente pubblico «potrà tuttavia decidere liberamente se richiedere il supporto di queste ditte». Ovviamente, sottolinea Arrigoni, «solo il personale adeguatamente formato potrà svolgere certi compiti. I dettagli al riguardo verranno definiti a tempo debito». Il tema è delicato. Alla luce del caso Argo 1 il deputato comunista Massimiliano Ay ha inoltrato una mozione dal titolo eloquente: “Sicurezza privata in ambiti sensibili? No grazie”. Chiedendo al Gran Consiglio di respingerla, il governo invita in sostanza a non fare di ogni erba un fascio.