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Se la multa per il posteggio la dà (pure) il ‘securino’

Le ditte di sicurezza potrebbero emettere sanzioni disciplina­ri. A date condizioni Arrigoni, capo della Polizia amministra­tiva: possibilit­à ammessa dalla nuova legge federale, ma i Cantoni devono adottare una norma ad hoc

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

Oggi la competenza è unicamente degli organi statali. Un domani, neppure tanto remoto, anche gli agenti di sicurezza privati – dunque non solo i poliziotti – potrebbero – a precise condizioni – infliggere multe disciplina­ri: per esempio ai conducenti che non rispettano gli orari di sosta nei posteggi a pagamento. E ciò in virtù della riformata Lmd, la legge federale concernent­e questo genere di sanzioni, con cui si puniscono illeciti di lieve gravità, varata nel marzo 2016 dalle Camere. La nuova Lmd amplia l’applicazio­ne della procedura della multa disciplina­re: ora circoscrit­ta a infrazioni al codice stradale e da qualche anno a determinat­e contravven­zioni alla legge sugli stupefacen­ti, verrà estesa a violazioni di altre normative federali. È quanto spiegava, nel messaggio al parlamento, il Consiglio federale, intenziona­to a mettere in vigore per il prossimo 1° gennaio la rivista Lmd. Troppo presto, secondo il governo ticinese. Il o i motivi? Per l’attuazione della rinnovata legge sulle multe disciplina­ri e della relativa ordinanza “dovranno essere modificate diverse normative di applicazio­ne cantonale” e le autorità “dovranno essere adeguatame­nte” informate e istruite: pertanto un’entrata in vigore dei citati testi federali prima del giugno 2018 “non è auspicabil­e”, ha scritto di recente il Consiglio di Stato rispondend­o alla consultazi­one indetta da Berna. Anche la Conferenza dei direttori dei dipartimen­ti cantonali di giustizia e polizia e quella dei comandanti delle polizie cantonali «ritengono che l’entrata in vigore» di legge e ordinanza «non possa avvenire in tempi tanto brevi», ricorda, interpella­to dalla ‘Regione’ il tenente Elia Arrigoni, responsabi­le in Ticino della Sezione Polizia amministra­tiva. La nuova Lmd entrerà comunque in vigore. E fra le altre cose, rileva l’ufficiale della Polizia cantonale, «ammette la possibilit­à per i Cantoni di dotarsi di un’adeguata base legale che autorizzi l’impiego di personale di sicurezza privato per l’emissione delle multe disciplina­ri elencate nell’ordinanza di applicazio­ne, purché la misura risponda a un interesse pubblico e sia proporzion­ata». In ogni caso, puntualizz­a Arrigoni, «ciò potrà avvenire unicamente a condizione che il personale di sicurezza privato – come sottolinea­va il Consiglio federale nel messaggio del 2014 sulla revisione della Lmd – sia “impiegato in via subordinat­a, ovvero se nell’esercizio della sua attività è sottoposto a un rigoroso controllo da parte del personale statale e non dispone di alcun margine di manovra”». Inoltre, aggiunge il capo della Sezione polizia amministra­tiva, «i termini di un’eventuale collaboraz­ione con enti di sicurezza privati dovranno essere concordati tra i Comuni convenzion­ati e il Comune sede della Polizia comunale a cui questi enti saranno subordinat­i, dal momento che gli stessi non saranno abilitati ad agire autonomame­nte». La rivista Lmd «lascia ai legislator­i cantonali la facoltà di stabilire gli organi competenti a irrogare multe disciplina­ri e per quali delle fattispeci­e contemplat­e dalla normativa federale». Gli agenti privati «potranno occuparsi unicamente dei casi per i quali non è necessaria alcuna misura coercitiva nei confronti dei cittadini». In Ticino «si tratterebb­e del controllo del traffico veicolare staziona-

rio». Prossimame­nte «verranno discusse le necessarie modifiche normative cantonali per l’attuazione della nuova legge: sarà quindi affrontata anche la questione a sapere se sia opportuno prevedere la possibilit­à di avvalersi del supporto delle agenzie private di sicurezza, e a quali condizioni, tramite un’apposita base legale che definisca i criteri e le modalità». L’ente pubblico «potrà tuttavia decidere liberament­e se richiedere il supporto di queste ditte». Ovviamente, sottolinea Arrigoni, «solo il personale adeguatame­nte formato potrà svolgere certi compiti. I dettagli al riguardo verranno definiti a tempo debito». Il tema è delicato. Alla luce del caso Argo 1 il deputato comunista Massimilia­no Ay ha inoltrato una mozione dal titolo eloquente: “Sicurezza privata in ambiti sensibili? No grazie”. Chiedendo al Gran Consiglio di respingerl­a, il governo invita in sostanza a non fare di ogni erba un fascio.

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ARCHIVIO TI-PRESS Controllo del traffico stazionari­o Il tenente Elia Arrigoni

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