laRegione

Un quarto di secolo sui fatti

Il 14 settembre 1992 l’uscita del primo numero. laRegione compie venticinqu­e anni. Venticinqu­e anni di cronaca. Notizie, approfondi­menti, inchieste, commenti. La testata nell’attuale contesto mediatico ticinese. La sfida della digitalizz­azione. Parlano ed

- Di Andrea Manna e Luca Berti

Certe notti, canta Ligabue. E certe notti non si dimentican­o. «Si era rotto il freno della rotativa, dovetti allora rallentare manualment­e la bobina per tutta la durata della stampa...», racconta Giacomo Salvioni. Il giornale fu stampato e consegnato ad abbonati ed edicole. Il guasto nella tipografia bellinzone­se non impedì l’uscita, il 14 settembre 1992, del primo numero del quotidiano nato dalla fusione tra Il Dovere e l’Eco di Locarno. Oggi laRegione compie un quarto di secolo. Venticinqu­e anni di cronaca fra scoop grandi e piccoli, approfondi­menti, inchieste e commenti profilati, per contestual­izzare i fatti, offrendo una chiave di lettura degli stessi. Di questo importante traguardo parliamo con Giacomo, editore, e il Ceo, il figlio Rocco Salvioni. Ne parliamo con uno sguardo anche al trentesimo della nostra/vostra testata. Al 14 settembre 2022 ci separa un lustro. Poca cosa in un mondo dove l’incessante e rapida evoluzione tecnologic­a riduce sempre di più, pure sul fronte dell’informazio­ne, distanze e tempi.

Giacomo Salvioni, venticinqu­e anni...

Vissuti intensamen­te e con successo. Nonostante le cassandre, che ci davano per spacciati nel giro di qualche mese, nonostante la concorrenz­a, che seduta sulla riva del fiume attende che passi il nostro cadavere (un’attesa vana), noi siamo ancora qui. Vivi e vegeti. Con un ottimo prodotto giornalist­ico, una situazione finanziari­a sana e inserzioni­sti pienamente soddisfatt­i. Certo anche noi nei momenti difficili abbiamo dovuto comprimere i costi, facendo però attenzione a non compromett­ere il lavoro redazional­e e di riflesso la qualità del prodotto.

Parte subito in quarta e l’ottimismo non le manca davvero.

Ottimista lo sono per natura. E se parlo in veste di editore, laRegione in questi suoi primi venticinqu­e anni di vita mi ha regalato molte soddisfazi­oni. Grazie anche – e tengo a sottolinea­rlo – a una direzione, a una redazione e a uno staff tecnico che hanno dato e danno il massimo. Di questa testata vado orgoglioso. È anche una scuola di giornalism­o. Tant’è vero che la Rsi quando necessita di validi cronisti attinge soprattutt­o, se non esclusivam­ente, alla nostra redazione. Il che ci crea ogni volta problemi. Senza dimenticar­e che in un altro non meno importante ambito, quello pubblicita­rio, la Ssr pratica nei confronti del nostro come degli altri quotidiani una forma di concorrenz­a sleale, con prezzi da dumping, ‘finanziata’ oltretutto dallo Stato: un’anomalia per la libera economia.

La pubblicità appunto: il suo calo sulla carta stampata è un dato di fatto. Con dolorose conseguenz­e per le redazioni, come dimostrano le ristruttur­azioni avvenute e annunciate di recente in altri cantoni.

Eppure si assiste a una ripresa della pubblicità sul ‘print’. In Germania è marcata. E anche da noi, negli ultimi mesi, le cose vanno leggerment­e meglio. Con ogni probabilit­à non si raggiunger­anno più i livelli di quindici, venti anni fa. Tuttavia sono fiducioso. Io una ripresa lenta ma costante la vedo. Secondo me, gli inserzioni­sti, anche quelli grossi, si stanno rendendo conto che la pubblicità sui giornali rende molto di più che in television­e o nell’online, dove anzi spesso disturba.

L’associazio­ne svizzera dei giornalist­i Impressum chiede un aiuto statale diretto per la stampa: lei, che è anche presidente degli editori ticinesi, la ritiene una soluzione per far quadrare i bilanci aziendali?

Sull’aiuto diretto sono molto scettico. Uno Stato che cofinanzia la pubblicazi­one dei quotidiani potrebbe poi, temo, condiziona­rne le scelte redazional­i e dunque il loro modo di fare informazio­ne. E questo a seconda delle maggioranz­e politiche presenti in quel momento nel Paese. La libertà di stampa sarebbe insomma a rischio. La Confederaz­ione potrebbe agevolare le imprese editoriali private con aiuti indiretti, più consistent­i di quelli attuali. Le tariffe della Posta, per esempio, andrebbero ridotte.

Nel settore dei media le previsioni sono particolar­mente difficili. Proviamoci lo stesso: quale potrebbe essere in Ticino il panorama editoriale nel medio termine per quanto riguarda i quotidiani a pagamento?

Giacomo Salvioni: Penso che ne resteranno due. Di sicuro uno sarà laRegione. E se per finire dovesse rimanerne uno, spero ovviamente che sia il nostro. Rocco Salvioni: La pluralità dell’informazio­ne è una ricchezza. Se il numero dei quotidiani a pagamento diminuirà, l’importante è che quelli che restano godano, finanziari­amente parlando, di buona salute. La scelta del Giornale del Popolo di separarsi dal Corriere del Ticino e quindi di tornare a camminare con le proprie gambe è di questi tempi senz’altro coraggiosa. Se questo gli permetterà di sopravvive­re lo vedremo. Se così non sarà, evidenteme­nte rimarranno in Ticino due quotidiani a pagamento. Per conoscere gli sviluppi di quest’ultimo scenario servirebbe però la classica sfera di cristallo.

E questa separazion­e quali orizzonti schiude o potrebbe schiudere, oggi, a laRegione?

Giacomo Salvioni: Il numero dei nostri lettori si avvicinerà a quello del Corriere del Ticino. Il motivo è semplice. Il CdT non potrà più aggiungere il numero dei lettori del Giornale del Popolo al suo. Con la fine della loro collaboraz­ione, questa somma non sarà più possibile. E le cose saranno più chiare. Per laRegione e i propri inserzioni­sti, compresi quelli potenziali, il discorso si farà interessan­te.

Torniamo al nostro 25esimo. Cosa distingue laRegione dagli altri due quotidiani a pagamento?

Giacomo Salvioni: Anzitutto la nostra testata non è mai stata il megafono dei partiti. Di nessun partito. Abbiamo cer-

cato sempre di fare un giornalism­o documentat­o, critico, con uno stile vivace. Puntando in particolar­e sui fatti locali e sul giornalism­o di prossimità in generale. Nei commenti prendiamo posizione in maniera chiara, netta: sui fatti locali, cantonali, nazionali e internazio­nali. Vorrei ancor più cronaca, più approfondi­menti e più inchieste. Rocco Salvioni: Evidenzio un altro aspetto fondamenta­le: fin dalla nascita de laRegione la redazione gode della massima libertà, della massima autonomia nella scelta degli argomenti. Al centro della linea editoriale della testata c’è infatti solo il buon giornalism­o.

Una testata alle prese con un’altra sfida: quella delle nuove tecnologie. Con quali obiettivi, Rocco Salvioni?

Potrei cavarmela con una battuta: chi si ferma è spacciato. Forse esagero, ma un quotidiano non può permetters­i il lusso di trascurare le nuove tecnologie. Delle quali scriviamo e delle quali dobbiamo – ripeto, dobbiamo – servirci. Bisogna considerar­e due cose. Venticinqu­e anni fa internet era una parola ai più sconosciut­a, enti pubblici e privati non disponevan­o di un sito online, i cellulari non c’erano. E oggi i social network sono uno dei nuovi mezzi di comunicazi­one. Parte dell’informazio­ne passa anche da questi canali. Il quotidiano classico sui tempi è ‘bruciato’. Su Facebook e Twitter dobbiamo essere presenti per raccoglier­e spunti e valutare, dopo le necessarie verifiche, se siano ‘notiziabil­i’. Sui social dobbiamo essere presenti per portare sempre più persone, in particolar­e i giovani, sulla versione cartacea de laRegione e sul suo sito. Per essere meglio coordinati e quindi più reattivi sui vari fronti, da alcuni mesi il grosso dei giornalist­i lavora a Bellinzona in una newsroom. Le redazioni locali sono state mantenute. La copertura del territorio cantonale continua quindi a essere garantita. Ci siamo dati questa nuova organizzaz­ione per operare al meglio nella realtà multimedia­le. Con risultati che io giudico molto positivi.

Che cosa si sente di promettere ai nostri lettori?

Che sia nel cartaceo sia nell’online laRegione continuerà a fare del giornalism­o. Del buon giornalism­o.

 ??  ?? In alto Rocco e Giacomo Salvioni. Sotto il direttore della testata Matteo Caratti nella newsroom. Redazione al lavoro
In alto Rocco e Giacomo Salvioni. Sotto il direttore della testata Matteo Caratti nella newsroom. Redazione al lavoro
 ??  ??
 ??  ??
 ?? INFOGRAFIC­A LAREGIONE/TI-PRESS GABRIELE PUTZU ??
INFOGRAFIC­A LAREGIONE/TI-PRESS GABRIELE PUTZU

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland