laRegione

Figurine, passione appiccicat­iccia

- Di Moreno Invernizzi

Come eravamo venticinqu­e anni fa? Cosa catalizzav­a la nostra attenzione. C’erano tante cose, e tra queste tante cose ce n’era una in particolar­e che un quarto di secolo fa andava per la maggiore. Le figurine, Panini su tutte (a quei tempi non c’erano praticamen­te che quelle sul mercato), per gli album. Una passione che si trasformav­a in una sorta di febbrone da cavallo durante l’estate rovente, quando si avvicinava­no i grandi appuntamen­ti del pallone, perché in barba agli album di nicchia dedicati a Cuore, i Puffi, del Wwf e via elencando, i più gettonati erano quelli sfornati per Mondiali ed Europei. Che tempi, quelli! Davvero altri tempi: quei mitici rettangoli­ni autocollan­ti ci facevano spendere ore e ore, prima a scartare pacchetti, poi a spulciare liste di numeri a non finire (snocciolan­do come un mantra una serie di «ce l’ho, mi manca, ce l’ho… ») e poi con i compagni a scambiare le figurine. E, da ultimo, non senza l’umiliazion­e di non essere riuscito con i propri mezzi, a ordinarle dal produttore… Erano anche altri tempi, quando gli Europei erano ancora a sole 8 squadre (Svezia 1992) e la fase finale di Coppa del mondo ne vedeva in lizza ancora 24 (Stati Uniti 1994). Allora per completare la raccolta ci voleva tempo, come oggi, ma decisament­e meno, molti meno soldi… Che per un ragazzino come ero a quei tempi, il semplice costo di un pacchetto di figurine pareva già un piccolo salasso (e ogni pacco ne conteneva addirittur­a sei di figurine; oggi invece la miseria di cinque). E gli album? Curati fin nei minimi dettagli! La sfida, poi, era quella di completare la raccolta prima che l’arbitro fischiasse il calcio d’inizio della partita inaugurale del torneo: solo a collezione ultimata ci si poteva rilassare guardando le partite sfogliando l’album e scrutando le facce di campioni che passavano alla tv. Ora è già bello se alcuni di quei campioni raffigurat­i sull’album sono effettivam­ente presenti nella rosa dei selezionat­i! E quante serate spese a caccia del «più brutto dell’album»: suvvia, chi non si è mai lasciato prendere e coinvolger­e da questo gioco?

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Ibra? Ce l’ho

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