Giovani e civica: un Sì che fa riflettere…
Negli scorsi giorni il Consiglio cantonale dei giovani ha deciso di appoggiare la scissione delle ore di civica da quelle di storia e dunque di sostenere la creazione di un’apposita materia sulla civica, nelle scuole medie (cfr. ‘laRegione’ del 9 settembre). Una decisione che dovrebbe far riflettere molti docenti e molti genitori i quali, anche con affermazioni a dir poco inveritiere, avversano la soluzione che era stata elaborata e accolta quasi all’unanimità dal Gran Consiglio. Qualcuno ad esempio ha scritto che insegnare la civica per due ore al mese togliendo queste ore alla storia equivarrebbe a “sfasciare” il programma di storia, che verrebbe ridotto di un quarto (!) sull’arco dei quattro anni. Eh no! Se- condo il vigente Regolamento sulla scuola media (art. 23a capoverso 2) l’insegnamento della civica e dell’educazione alla cittadinanza, parzialmente compreso nel programma della materia denominata “storia e civica”, deve essere effettuato per 36 ore all’anno in terza media e per 36 ore in quarta media, per un totale di 72 ore. La soluzione posta in votazione il 24 settembre prevede invece l’insegnamento della civica per 18 ore all’anno per ognuno dei quattro anni di scuola media, per un totale di 72 ore. Nessun carico di insegnamento supplementare, dunque, e soprattutto è falso affermare che la storia perderà 72 ore di insegnamento a vantaggio della civica! Qualcuno ha inoltre scritto che l’insegnamento della civica come materia a sé stante verrebbe effettuato senza disporre di alcun mezzo didattico (ossia un libro di testo) e lasciando spazio all’“improvvisazione”. Eh no! In occasione del dibattito avvenuto in Gran Consiglio lo scorso 29 maggio (vedasi verbale sul sito internet del Cantone), il direttore del Dipartimento dell’educazione, Manuele Bertoli, aveva esposto nel dettaglio l’impostazione già pianificata per l’insegnamento dell’educazione civica nei quattro anni di scuola media secondo il nuovo progetto posto in votazione. Ecco qualche stralcio di quell’intervento: “(…) Il primo biennio sarà dedicato all’educazione e alla cittadinanza, quindi ai ragionamenti sui valori fondamentali della nostra società; il secondo biennio introdurrà l’elemento più tecnico di istruzione civica, nel senso della conoscenza dei meccanismi delle istituzioni, dei nomi eccetera; il terzo elemento, quello dell’educazione alla democrazia dovrà essere un elemento trasversale e i ragazzi, come diceva anche il rapporto della Supsi, devono imparare a praticare la democrazia (…). Quindi su questo posso confermare la volontà di usare gli spazi di manovra conferiti dal nuovo testo di legge attorno a questi tre assi; confermo pure la volontà di mettere a disposizione un testo di riferimento per quanto riguarda l’istruzione civica in senso stretto, non so se sarà il libro di Eros Ratti o un altro testo. Comunico che si procederà nel settembre 2018 e ci prepareremo adeguatamente (…)”. Alla faccia della paventata “improvvisazione”…! Insomma, se è vero che la storia la si studia, per esercitare la civica e non rimanere degli analfabeti istituzionali occorre invece una materia specifica, come ben han capito molti giovani.