laRegione

Il virus è lontano, il pericolo no

La dottoressa Flacio: ‘Abbiamo un sistema di allerta: ma il rischio non è mai pari a zero’

- di Giacomo Rizza e Lorenzo Cairoli

Nel Lazio sono 17 i contagi di Chikunguny­a dovuti alla zanzara tigre: la situazione in Ticino sembra sotto controllo. ‘Mai affrontato casi simili’.

«È qualcosa che non si può mai escludere, ma sicurament­e è molto meno probabile che accada in Ticino rispetto a qualsiasi altro luogo in Italia». Così si esprime Eleonora Flacio – dottoressa del Laboratori­o di microbiolo­gia applicata della Supsi – a seguito della situazione creatasi nel Lazio dove a 1,2 milioni di residenti è stata negata la possibilit­à di sottoporsi a prelievi di sangue a seguito dei 17 casi risultati positivi al virus tropicale Chikunguny­a, trasmesso dalla zanzara tigre. A 700 chilometri di distanza, è giusto domandarsi se i cittadini ticinesi siano al riparo da questa minaccia. «Direi di sì – continua Flacio –, anche se il rischio non è mai pari a zero. Posso dire però che in agosto e in settembre siamo comunque al di sotto del rischio calcolato per la trasmissio­ne di un virus simile. E con le temperatur­e che andranno ad abbassarsi, diminuirà ulteriorme­nte». Ma in che modo si trasmette un virus simile? «La zanzara tigre è un trasportat­ore competente per praticamen­te tutte le malattie legate alle zanzare (tranne la malaria), come appunto la Chikunguny­a, ma anche il Dengue e lo Zika: se punge qualcuno infetto, si ammala lei stessa e potrà trasmetter­e questi potenti virus ad altre persone. Le zanzare generiche, invece, possono sì trasmetter­e malattie, ma sicurament­e non quelle tropicali». Dal 2010 il Laboratori­o della Supsi, in collaboraz­ione con il medico cantonale, dispone di mezzi adeguati per monitorare la situazione. «Possiamo contare su un sistema di allerta (che non sono sicura avessero nel Lazio) grazie al quale riusciamo a controllar­e la presenza della zanzara tigre sul nostro territorio – prosegue Flacio –: sappiamo esattament­e dove e in che quantità si presenta. Eventuali casi di persone affette da queste malattie ci vengono immediatam­ente segnalati, ma fino ad oggi non abbiamo mai affrontato episodi in Ticino causati dalla zanzara tigre. Il medico cantonale ha inoltre invitato gli altri colleghi generici a fare delle analisi specifiche a persone di ritorno dalle vacanze e con stati febbrili». Da diverse estati, la presenza della ‘tigre’ è in crescita nonostante non manchino i consigli per liberarsen­e. «La gente dovrebbe seguire di più i nostri sistemi di prevenzion­e – conclude Flacio –. Perché prevenire è meglio che curare: il nostro recente esperiment­o lo ha dimostrato. A pari condizioni ambientali, ci siamo messi all’aperto per un quarto d’ora, attendendo eventuali punture: nemmeno un morso in alcune località, mentre in altre siamo stati massacrati. Segno che molto dipende dall’impegno e dalla perseveran­za dei cittadini».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Una presenza sempre più ingombrant­e

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