Sommaruga sollecita l’Ue sui migranti
La consigliera federale: la Svizzera sostiene già progetti in Libia che salvano vite
Simonetta Sommaruga ha auspicato una migliore protezione dei migranti in Libia rivolgendosi ieri a Bruxelles a colleghi ministri della Giustizia e dell’Interno dell’Unione europea. Gli Stati europei, ha osservato la consigliera federale secondo una nota diramata a Berna, hanno la responsabilità di fare qualcosa per queste persone e contro le cause della migrazione. Tra le altre cose, devono provvedere affinché l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) possa accedere ai campi dei profughi in Libia. In questi ultimi vigono spesso condizioni più simili a quelle dell’ambiente carcerario, ha rilevato la ministra elvetica. Il fatto che «il numero di traversate pericolose e spesso mortali del Mediterraneo» sia drasticamente diminuito negli ultimi tempi non giustifica una minore attenzione, ha aggiunto. «Al contrario, ci sono molte persone in Libia che non vivono in condizioni degne» e gli Stati europei hanno la responsabilità di «fare immediatamente qualcosa per queste persone». L’Europa, con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dell’Onu, deve anche sostenere il ritorno volontario dalla Libia nel loro Paese e migliorare in generale la protezione dei migranti in fuga, ha detto ancora Simonetta Sommaruga ai colleghi del Consiglio giustizia e affari interni (Gai) dell’Ue. La Svizzera – ha rilevato – già sostiene diversi progetti condotti in Libia dall’Oim, volti sia a salvare vite umane sia ad agevolare il rimpatrio volontario dei migranti bloccati nel Paese nordafricano. La consigliera federale ha posto l’accento sulla formazione della guardia costiera libica, affinché il soccorso in mare sia conforme agli standard internazionali e rispetti i diritti umani. La ministra ha stilato un bilancio positivo della partecipazione elvetica al programma europeo di ‘rilocalizzazione’ dei richiedenti asilo, che scadrà ufficialmente il 26 settembre. La Svizzera – ha detto – manterrà la promessa di accogliere entro la fine dell’anno 1’500 persone provenienti da Grecia e Italia. «Il programma funziona soltanto se tutti lavorano nello stesso senso», eppure ci sono ancora Stati che non vi partecipano, ha dichiarato alla stampa, alludendo a Paesi come la Polonia e l’Ungheria, che non hanno ancora accolto un solo migrante.