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Per l’eritreo condanna da confermare

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Una pena di 9 mesi per l’eritreo accusato d’aver stuprato una connaziona­le nel 2014, a Losone. È finito nuovamente davanti ai giudici – stavolta della Corte d’appello – il giovane eritreo accusato d’aver stuprato una connaziona­le nel centro per richiedent­i l’asilo di Losone. Una vicenda – come riferito dalla Rsi – che fra colpi di scena e fughe si trascina da 3 anni. Il giovane provenient­e dal Corno d’Africa ha dichiarato di aver avuto un rapporto sessuale con la donna e che quest’ultima era consenzien­te. Una versione, la sua, che non ha mai cambiato in 3 anni; mentre si sono modificati, di verbale in verbale, i fatti e, soprattutt­o, la data di nascita: ieri, in aula, ha detto di avere 17 anni. Ed è stato il Tribunale dei minorenni per primo a prendere in carico l’inchiesta dopo la denuncia di stupro della vittima. Un primo processo, lo ricordiamo, era stato rifatto, per un vizio procedural­e e nel frattempo il giovane era fuggito due volte in Svezia. Rintraccia­to, era stato riportato in Svizzera. Per il magistrato dei minorenni Reto Medici, da quel 3 novembre sono passati più di mille giorni «senza una scusa, senza un mi dispiace». È stata chiesta la conferma della sentenza di primo grado: ovvero 9 mesi di detenzione e 3mila franchi di indennizzo per torto morale alla vittima. L’avvocato difensore ha chiesto il totale prosciogli­mento, mettendo in dubbio la veridicità delle affermazio­ni della vittima, e ha chiesto un’indennità per ingiusta incarceraz­ione di 30’000 franchi. L’eritreo ha già scontato tutta la pena, ma resta in carcerazio­ne amministra­tiva nei Grigioni, in attesa che le autorità federali identifich­ino il suo reale Paese d’origine. Poi, per lui, scatterà il rimpatrio.

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