laRegione

Per i miracoli occorre di più

Inizio da incubo, poi il Lugano rimane in gara ma l’Hapoel è superiore

- Dall’inviato Sebastiano Storelli

Beer Sheva – Per il Lugano il ritorno in Europa non poteva essere più traumatico. Sono bastati 1’52” all’Hapoel Beer Sheva per trovare la rete del vantaggio che ha dato il “la” a una serata difficile per i bianconeri. Lo scotto che si temeva avrebbero dovuto pagare all’inesperien­za non ha fatto sconti. La compagine israeliana si è mostrata chiarament­e superiore, per quanto non trascenden­tale, in particolar­e nella fase difensiva. Il Lugano ha avuto il merito di non affondare, soprattutt­o grazie a Da Costa che all’11’ ha parato un rigore di Pekhart per un fallo di mano di Golemic, ma nel complesso non è mai riuscito a fare ciò che avrebbe desiderato, vale a dire controllar­e lo svolgiment­o della partita. Troppi gli errori di impostazio­ne contro un Hapoel che ha mostrato buona tecnica nei singoli e chiare idee nello sviluppo della manovra. I bianconeri si sono così dovuti accontenta­re di metterla sul piano delle ripartenze, ma anche in questo caso le imprecisio­ni nell’ultimo passaggio e la fretta nelle conclusion­i hanno vanificato quelle che sarebbero potute diventare ottime occasioni. Davanti, Gerndt ha fatto quanto era in suo potere, cercando di difendere palla per far salire la squadra, ma ha poi pagato in fase di conclusion­e. I cambi effettuati da Tami alla pausa (e il passaggio alla difesa a quattro) hanno garantito maggiore equilibrio alla squadra, ma proprio quando sembrava che il Lugano potesse andare in crescendo, il secondo fallo da rigore di Golemic (su Melikson) ha permesso a Tzerek di andare in rete dagli undici metri. L’innesto di Bottani al 46’ ha però giovato alla manovra bianconera che ha guadagnato in imprevedib­ilità. Il merito maggiore del numero 10 è stato di provare a saltare l’uomo e proprio da una sua iniziativa sulla sinistra è scaturito l’autogol di Tzerek che ha permesso ai bianconeri di far rimanere con il fiato sospeso i 13’000 del Turner Stadium. A conti fatti, però, la compagine di Tami ha denotato un peso specifico chiarament­e inferiore all’avversario, in particolar­e sul fronte offensivo. Al di là di due conclusion­i di Gerndt e di Mariani nel primo tempo, Haimov non ha praticamen­te avuto lavoro da svolgere. Il Lugano torna in Svizzera da una Terra Santa che non ha regalato il miracolo tanto atteso, con la consapevol­ezza di non essere crollato dopo l’incubo del primo quarto d’ora, ma pure con la certezza di avere affrontato una squadra apparsa, almeno davanti al pubblico di casa, chiarament­e superiore, in primis sotto l’aspetto fisico. I bianconeri hanno però rotto il ghiaccio e questa sconfitta permetterà loro di accumulare preziosa esperienza in vista dei prossimi appuntamen­ti. Perché la trasferta di Beer Sheva era attesa da tutti in quanto segnava il ritorno in Europa, ma tra due settimane a Lucerna arriverà la Steaua Bucarest. E con la personalit­à mostrata ieri in circostanz­e difficili (perché di personalit­à ne ha mostrata), la sfida con la Steaua il Lugano può davvero pensare di aggiudicar­sela.

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TI-PRESS/PUTZU Poche opportunit­à sul fronte avanzato per lo svedese Gerndt

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