Per i miracoli occorre di più
Inizio da incubo, poi il Lugano rimane in gara ma l’Hapoel è superiore
Beer Sheva – Per il Lugano il ritorno in Europa non poteva essere più traumatico. Sono bastati 1’52” all’Hapoel Beer Sheva per trovare la rete del vantaggio che ha dato il “la” a una serata difficile per i bianconeri. Lo scotto che si temeva avrebbero dovuto pagare all’inesperienza non ha fatto sconti. La compagine israeliana si è mostrata chiaramente superiore, per quanto non trascendentale, in particolare nella fase difensiva. Il Lugano ha avuto il merito di non affondare, soprattutto grazie a Da Costa che all’11’ ha parato un rigore di Pekhart per un fallo di mano di Golemic, ma nel complesso non è mai riuscito a fare ciò che avrebbe desiderato, vale a dire controllare lo svolgimento della partita. Troppi gli errori di impostazione contro un Hapoel che ha mostrato buona tecnica nei singoli e chiare idee nello sviluppo della manovra. I bianconeri si sono così dovuti accontentare di metterla sul piano delle ripartenze, ma anche in questo caso le imprecisioni nell’ultimo passaggio e la fretta nelle conclusioni hanno vanificato quelle che sarebbero potute diventare ottime occasioni. Davanti, Gerndt ha fatto quanto era in suo potere, cercando di difendere palla per far salire la squadra, ma ha poi pagato in fase di conclusione. I cambi effettuati da Tami alla pausa (e il passaggio alla difesa a quattro) hanno garantito maggiore equilibrio alla squadra, ma proprio quando sembrava che il Lugano potesse andare in crescendo, il secondo fallo da rigore di Golemic (su Melikson) ha permesso a Tzerek di andare in rete dagli undici metri. L’innesto di Bottani al 46’ ha però giovato alla manovra bianconera che ha guadagnato in imprevedibilità. Il merito maggiore del numero 10 è stato di provare a saltare l’uomo e proprio da una sua iniziativa sulla sinistra è scaturito l’autogol di Tzerek che ha permesso ai bianconeri di far rimanere con il fiato sospeso i 13’000 del Turner Stadium. A conti fatti, però, la compagine di Tami ha denotato un peso specifico chiaramente inferiore all’avversario, in particolare sul fronte offensivo. Al di là di due conclusioni di Gerndt e di Mariani nel primo tempo, Haimov non ha praticamente avuto lavoro da svolgere. Il Lugano torna in Svizzera da una Terra Santa che non ha regalato il miracolo tanto atteso, con la consapevolezza di non essere crollato dopo l’incubo del primo quarto d’ora, ma pure con la certezza di avere affrontato una squadra apparsa, almeno davanti al pubblico di casa, chiaramente superiore, in primis sotto l’aspetto fisico. I bianconeri hanno però rotto il ghiaccio e questa sconfitta permetterà loro di accumulare preziosa esperienza in vista dei prossimi appuntamenti. Perché la trasferta di Beer Sheva era attesa da tutti in quanto segnava il ritorno in Europa, ma tra due settimane a Lucerna arriverà la Steaua Bucarest. E con la personalità mostrata ieri in circostanze difficili (perché di personalità ne ha mostrata), la sfida con la Steaua il Lugano può davvero pensare di aggiudicarsela.