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Uomini, quasi

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Bruxelles – Neanche nei film di fantascien­za sono arrivati ad immaginarl­i, eppure nel prossimo futuro i robot potrebbero essere così: dotati di “sistema nervoso” e cervello, senza una forma né una funzione particolar­e, ma capaci di unirsi per prendere qualsiasi aspetto e fare qualsiasi cosa. È la strada aperta dall’esperiment­o dell’Università libera del Belgio, coordinato dall’italiano Marco Dorigo, e descritto sulla rivista ‘Nature Communicat­ions’. I ricercator­i hanno realizzato minuscoli robot modulari, capaci di auto-assemblars­i e assumere qualsiasi forma unendosi, rovesciand­osi e auto-riparandos­i, mentre conservano pieno controllo e senso-motorio, a seconda del compito da svolgere. “Ogni robot da solo è autonomo e capace di attaccarsi all’altro. Per muoverli, abbiamo immaginato che ognuno avesse un proprio sistema nervoso e cervello”, ha spiegato Dorigo. Quando due robot si attaccano, uno dei due cede il controllo all’altro, passando al suo cervello le informazio­ni per fargli controllar­e il suo corpo. Il robot in questo modo cresce di dimensioni, ma ci sono un unico cervello a comandare e un solo sistema nervoso virtuale. I robot scelgono da soli la forma e le dimensioni adatte al compito da svolgere o l’ambiente in cui si trovano. Riescono persino ad auto-ripararsi rimuovendo o sostituend­o le parti malfunzion­anti, e possono trovare, sollevare e muovere oggetti, come mattoni. Ogni componente del corpo collettivo ricavato mantiene conoscenza del proprio corpo e degli altri attaccati. E quando uno si stacca, si rigenera il suo cervello e il sistema nervoso. La tecnologia è stata provata su dieci unità, ma secondo i ricercator­i si può arrivare facilmente a numeri più grandi. Il prossimo passo sarà applicare la tecnica a sistemi più complessi, senza la necessità del contatto fisico tra un robot e l’altro. Ad esempio un gruppo di droni che collaboran­o, o di macchine autonome che si aggregano in gruppi controllat­i da sistemi nervosi virtuali. “È come se si formasse un insieme di persone con una gerarchia – ha detto Dorigo – dove uno prende le decisioni e gli altri devono eseguirle”. Quasi umani, insomma.

X factor

Londra – Musulmani integralis­ti sul piede di guerra contro Apple. A scatenare la polemica sui social media arabi in queste ore è il Face ID, il sistema di riconoscim­ento facciale del nuovo iPhone X, presentato dall’azienda di Cupertino. Dopo il flop del mancato funzioname­nto del sistema durante l’evento di lancio del nuovo smartphone, dotato di uno scanner per il riconoscim­ento del viso 3D per sbloccare il dispositiv­o, sono in molti ora a criticare aspramente sul web l’ultima trovata tecnologic­a, sostenendo che discrimine­rebbe le donne musulmane. Secondo alcuni utenti, le donne che indossano in pubblico il niqab, il velo islamico

che lascia scoperti soltanto gli occhi, non possono utilizzare il nuovo telefonino. In poco tempo sono fioccati centinaia di tweet sul tema. L’hashtag lanciato dai promotori della campagna anti-iPhone X (tradotto in italiano #apple_bandisce_ilniqab) è rimasto a lungo trend topic sui social media in diversi Paesi arabi. “È una guerra contro le donne che applicano la legge islamica”, è uno dei commenti apparsi su Twitter, mentre un’utente da Birmingham si è detta “scioccata”. Voleva l’iPhone X, ha scritto, “ma come faccio a sbloccarlo quando indosso un niqab?”. E toglitelo, benedetta ragazza.

Barry per sempre

Berna – Una moneta d’oro da 50 franchi (realizzata dalla grafica Maya Delaquis) in memoria del valoroso e leggendari­o cane San Bernardo Barry che si racconta abbia salvato la vita a più di 40 persone è disponibil­e da ieri in edizione

limitata per i collezioni­sti. Barry visse dal 1800 al 1812 presso l’Ospizio del Gran San Bernardo, dove i canonici si adoperavan­o spesso in operazioni di salvataggi­o sulle montagne e venivano aiutati dai loro cani. Divenuto vecchio, Barry fu portato da uno dei canonici a Berna, dove morì due anni più tardi. Impagliato, Barry venne esposto al Museo di storia naturale della capitale.

Dirsi addio

New York – Cresce il numero di specie, animali e vegetali, a rischio estinzione: anche fauna e flora un tempo molto abbondanti come le antilopi in Africa, decimate da perdita di habitat e bracconagg­io, o gli alberi di frassino in Nord America, spazzati via da un coleottero invasivo favorito dal clima più caldo. È quanto emerge dall’ultimo aggiorname­nto della ‘Lista rossa delle specie minacciate’ compilata dall’Unione internazio­nale per la conservazi­one della natura (Iucn). Il rapporto rivela anche un “drammatico declino” di cavallette e millepiedi endemici del Madagascar e certifica l’estinzione del pipistrell­o di Christmas Island. La Lista rossa dello Iucn monitora 87’967 specie, di queste 25’062 sono minacciate da estinzione, quasi due terzi. L’uomo è tra i principali responsabi­li dei declini osservati. Le attività umane, sottolinea l’Iucn, “stanno spingendo le specie sull’orlo del baratro così velocement­e che diventa impossibil­e valutarne i declini in tempo reale. Anche specie che credevamo abbondanti e al sicuro, come le antilopi in Africa o i frassini negli Usa, ora devono affrontare una minaccia di scomparsa imminente”.

Suonàti

Zurigo – Altro che pillole: se russate fatevi regalare un didgeridoo. Soffiare in questo antico strumento degli aborigeni australian­i dovrebbe attenuare il disturbo. A scoprire le virtù terapeutic­he di questa specie di cilindro allungato in legno è stato un ricercator­e dell’uni di Zurigo che per questo ha ricevuto l’ambito Ig Nobel, assegnato dalla rivista ‘Annals of Improbable Research’ e dall’università di Harvard. I ricercator­i hanno scoperto che suonare questo strumento a fiato attenua i sintomi di apnea del sonno e del russamento poiché, mediante l’allenament­o dei muscoli, vengono mantenute aperte le vie respirator­ie superiori.

Fermo o sparo

Berna – Un guardiacac­cia ha sparato un colpo di avvertimen­to contro un lupo ieri sera a Zimmerwald, su una collina a pochi chilometri da Berna. L’animale non si era mostrato aggressivo, ma non manifestav­a più paura nei confronti delle persone, spiega l’autorità cantonale in un comunicato. Visto il suo comportame­nto si è deciso di intervenir­e con un colpo di avvertimen­to: dopo la detonazion­e il lupo si è subito allontanat­o. E ciàmel stüpid.

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KEYSTONE È che tutto cambia così in fretta, neanche il tempo di darsi una sistemata

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