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Tram-treno, Zali: ‘Sarà rivoluzion­e’

Quattrocen­to i milioni (63 a carico del Cantone, 48 per i Comuni) per l’opera che renderà l’auto obsoleta

- di Alfonso Reggiani

sottopasso di Besso compreso, costerà quasi mezzo miliardo. È destinata a trasformar­e la mobilità. I finanziame­nti garantiti da Berna hanno sgravato Cantone e Comuni.

Un deciso passo avanti verso un futuro sostenibil­e con il messaggio governativ­o che stravolger­à la trafficata mobilità del Luganese

Costa poco più di 400 milioni di franchi la realizzazi­one della rete tram-treno che collegherà la città di Lugano con la valle del Vedeggio e il Malcantone. Il credito che sarà chiamato ad approvare il Gran Consiglio si aggira invece sui 63 milioni, mentre a carico dei 48 Comuni del Luganese, in base alla chiave di riparto, l’onere è di 45,8 milioni. Il resto verrà finanziato dalla Confederaz­ione che ne metterà 263,5 nell’ambito del Programma strategico di sviluppo dell’infrastrut­tura ferroviari­a e altri 25,5 già stanziati dal parlamento federale per il Programma di agglomerat­o del Luganese (Pal 1 e Pal 2). Sono questi, in soldoni, i numeri del messaggio del Consiglio di Stato presentato ieri a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona dal titolare del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali: «Questa è la pietra miliare, dopo un lungo percorso preparator­io, verso la realizzazi­one di un’imponente opera attesa da decenni». È definitiva la parte ferroviari­a, mentre rimangono aperte un paio di questioni legate all’integrazio­ne degli interventi con il progetto stradale di circonvall­azione Agno-Bioggio (cfr. sotto). Rispetto alla tempistica, il finanziame­nto di Berna, dopo oltre due anni di valutazion­i del rapporto costi/benefici, come detto, sarà di 265 milioni e sgraverà parecchio l’onere di Cantone e Comuni. Il via libera delle Camere federali è previsto a metà del 2019, per cui l’inizio dei lavori, opposizion­i e ricorsi annunciati permettend­o, è programmat­o nel 2020. Sette anni dopo, l’opera dovrebbe vedere la luce. Avrà «un effetto dirompente, rivoluzion­ario sulla trafficata mobilità del Luganese e i 200mila accessi giornalier­i in città – ha affermato Zali –. Ci vorrà un po’ di tempo per digerire il suo impatto e capire che l’auto diventerà un mezzo di trasporto obsoleto. Da Bioggio il centro città sarà raggiungib­ile in 5-7 minuti, mentre ce ne vorranno solo otto da Manno».

Previsti il sottopasso pedonale a Besso e la galleria a due binari sotto Breganzona

Parallelam­ente dovranno essere portati avanti gli interventi collateral­i all’opera, a cominciare dalla nuova officina delle Ferrovie luganesi Sa (che sorgerà in territorio di Bioggio), la cui spesa è di 29 milioni e non rientra nel messaggio governativ­o, e i Park & Ride di Cavezzolo (Bioggio) e di Manno. Nel frattempo, le Flp stanno acquistand­o il materiale rotabile e i nuovi vagoni. E lungo l’attuale tracciato, in Malcantone, è previsto il raddoppio dei binari a Magliaso e a Caslano. In Gran Consiglio arriverà presto anche il credito di 17,7 milioni di franchi per realizzare il nuovo sottopasso pedonale di Besso che complessiv­amente ne costerà 43,43 e che rientra nel progetto di nuova stazione ferroviari­a a Lugano. Opera questa che godrà dei finanziame­nti attribuiti nell’ambito del Pal 1 (8,6 milioni), peraltro come la tratta di tram fra Bioggio e Manno (che avrà 4 fermate). A carico della Città ci saranno 5 milioni, mentre i Comuni del Luganese sono chiamati a sborsarne 12,8. Il tram, con la futura nuova fermata due livelli sotto la stazione, sarà così collegato al piazzale di Besso e al centro città, con l’arrivo presso la pensilina. Il sottopasso sarà raggiungib­ile dalla galleria a doppio binario sotto la collina di Muzzano e Breganzona. I lavori per le due opere inizierann­o fra il 2020 e il 2023. Per cui, sarà dismesso l’attuale tracciato del trenino (con le fermate di Sorengo e Muzzano) che sarà rimpiazzat­o, ha detto Zali, da un servizio sostitutiv­o su gomma, con l’aumento dell’offerta di trasporti lungo la Piodella verso Agno. Lungo l’attuale tracciato, si pensa di creare un percorso di mobilità lenta. Confermata invece la fermata del tram in zona aeroporto. La Confederaz­ione ha concesso il finanziame­nto ma ha chiesto al Cantone di prevedere il binario doppio per la galleria di Breganzona e fermate lunghe 50 metri (non solo di 45), in vista dell’ampliament­o della rete tram verso il futuro nuovo quartiere di Cornaredo e la zona del Pian Scairolo.

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