Il Municipio loda l’operato di Rudy Chiappini
La Città è con il suo direttore dei Servizi culturali, il cui operato era stato criticato dalla Sinistra Il Municipio: ‘Gli sforzi profusi finora sono stati coronati da successi significativi’. No all’idea di una Commissione culturale: ‘Serve autonomia’.
Quanto a Rudy Chiappini nella sua qualità di direttore dei Servizi culturali della Città di Locarno, niente da dire. Anzi. Lo sottolinea con una certa forza il Municipio nella sua risposta alla recente interrogazione del gruppo Ps, che prendendo spunto d’attualità dal “caso di Genova” inerente alla mostra dei Modigliani poi risultati probabilmente falsi (mostra cui Chiappini aveva prestato le sue competenze da esterno), aveva approfondito la figura professionale dell’esperto d’arte, mettendone in discussione le capacità di risollevare le sorti dei Servizi culturali. Non solo: il Ps si interrogava sulla sostenibilità dell’attività professionale del Chiappini “privato”, accanto a quella svolta per il Comune. Partendo da questo aspetto sensibile, il Municipio rileva che il nullaosta a Chiappini di integrare il suo 80% pubblico con un’attività “a côté” (curare mostre internazionali), è stato dato “purché questa non sia in conflitto con la funzione svolta”a favore della Città. Anzi, “considerata l’importanza in ambito espositivo delle relazioni personali con istituzioni museali, collezionisti e artisti”, il Municipio ritiene che “la rete di contatti internazionali di Rudy Chiappini sia da considerare un valore aggiunto per la Pinacoteca Casa Rusca”. Questo, aggiungendo che il suo impegno da indipendente “è stato unicamente ideativo e concettuale, non operativo” (35 giorni sull’arco di 3 anni, dal 2015 al 2017, per due mostre in particolare).
‘Salita la qualità della proposta’
Facendo un passo indietro, il Municipio parla di “successi significativi” in relazione agli “sforzi profusi” da Chiappini come direttore dei Servizi culturali. Ciò, pur non tacendo che “rimanga di fronte a noi una strada lunga e a tratti ripida”. Poi, nello specifico, a Chiappini viene riconosciuto di “aver rispettato il preventivo del centro costo esposizioni (a Casa Rusca, ndr.), grazie a una gestione più professionale a un impegno più oculato delle risorse, generando risparmi di 31mila franchi nel 2015 e di 13mila franchi nel 2016”. Il confronto è con quanto accaduto fra il 2010 e il 2014, sotto un’altra gestione, che aveva generato un disavanzo di circa mezzo milione. Una correzione di rotta che vale anche per i cataloghi: quelli prodotti, benché in gran parte invenduti (come aveva rilevato la Sinistra) sono stati nettamente di meno rispetto a prima; “il nuovo sistema ha già consentito un notevole risparmio – scrive il Municipio – pari a circa 10-15mila franchi a mostra”. Da sottolineare, secondo la compagine di Palazzo Marcacci, anche “l’aumento della qualità della proposta culturale” sotto Chiappini: basti dire che se Lipchitz (precedente gestione) aveva fatto 5’196 franchi di entrate, le tre mostre promosse da Chiappini (“3 prime svizzere”) hanno registrato ben altre cifre: 9’268 franchi Rotella, 14’036 franchi Javier Marin e 39’053 franchi Robert Indiana. In merito poi al rinnovo del mandato, il Municipio ha deciso di trasformarlo in nomina vista l’entità del lavoro svolto nella “ristrutturazione complessiva dei Servizi culturali, con lo spostamento degli uffici da Casorella a Piazzetta de’ Capitani, modificando l’impostazione del lavoro per i collaboratori già impiegati e inserendone in organico due nuovi a tempo parziale, con compiti specifici legati all’attività espositiva e alla conservazione delle opere”. Una gestione “che ha fra l’altro permesso di procedere con una sostanziale riorganizzazione e di migliorare il coordinamento tra le varie sedi espositive della Città”. Il Municipio giudica insomma positivamente “tutti gli ambiti toccati dal mansionario” concernente il ruolo. Infine, non viene ritenuta auspicabile la costituzione di una Commissione culturale “per elaborare (parole del Ps, ndr.) una proposta culturale adeguata alla Città”. Questo poiché al direttore dei Servizi vanno garantiti “autonomia e margini di manovra sufficientemente ampi per operare efficacemente in un settore complesso, nel quale i contatti personali e l’esperienza rivestono un ruolo cruciale”.