laRegione

Liberata attivista dell’Eta

La condanna nei confronti della donna arrestata a Zurigo nel 2016 caduta in prescrizio­ne

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È tornata libera l’attivista basca dell’Eta Nekane Txapartegi, detenuta in Svizzera da un anno e mezzo in vista dell’estradizio­ne verso la Spagna. La Confederaz­ione ha revocato la carcerazio­ne, ha indicato ieri l’Ufficio federale di giustizia (Ufg). Il rilascio della donna è avvenuto all’indomani di una decisione delle autorità spagnole: l’Audiencia Nacional di Madrid, la massima Corte giudiziari­a del Paese, ha stabilito che la condanna nei suoi confronti è caduta in prescrizio­ne. La conseguent­e decisione spagnola di ritirare la richiesta di estradizio­ne è pervenuta ieri all’Ufg, ha indicato l’ufficio all’Ats. I legali di Txapartegi avevano inoltrato all’inizio di settembre una domanda all’Audiencia Nacional volta a verificare la prescrizio­ne, ha spiegato ieri all’Ats Olivier Peter, uno degli avvocati della presunta attivista. I legali della donna, appena saputo della decisione della Corte spagnola, ieri hanno chiesto all’Ufg la sua immediata liberazion­e. «Non c'è alcuna ragione per escludere il suo rilascio sin da oggi (ieri per chi legge, ndr). È detenuta in modo arbitrario da un anno e mezzo», ha detto il legale all’Ats prima che fosse nota la decisione dell’Ufg. La liberazion­e è la questione principale, ma in un secondo tempo «valuteremo sicurament­e» una richiesta di indennizzo. La donna era stata condannata nel 2007 e poi di nuovo in Appello nel 2009 in Spagna a una pena detentiva di sei anni e nove mesi – in seguito ridotti lo scorso febbraio a tre anni e sei mesi a causa di una modifica di legge – per sostegno all’organizzaz­ione terroristi­ca Eta, il cui scopo era l’indipenden­za del popolo basco. La presunta attivista si era resa irreperibi­le prima di scontare la pena. Txapartegi era stata arrestata in Spagna nel 1999. Dopo nove mesi in detenzione preventiva era stata liberata su cauzione. La donna è poi stata arrestata a Zurigo il 6 aprile del 2016 in base a un mandato d’arresto internazio­nale spagnolo. Txapartegi sostiene di aver vissuto in Svizzera sotto falso nome sin dal 2009. Nel corso della procedura di estradizio­ne ha dichiarato di essere stata condannata sulla base di una confession­e estorta sotto tortura. Ha anche affermato che le autorità spagnole non hanno indagato a fondo su questi episodi. Alla fine di giugno il Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona aveva respinto un ricorso della presunta attivista contro l’estradizio­ne in Spagna decisa dall’Ufg. Nella sua sentenza, il Tpf ricordava che l’Eta è considerat­a un’organizzaz­ione criminale dalla giurisprud­enza svizzera. Il Tpf non era entrato nel merito delle consideraz­ioni della donna sui trattament­i disumani che pretende di aver subito in carcere in Spagna, “Paese di tradizione democratic­a”. “Non compete al giudice dell’estradizio­ne ripetere il processo spagnolo o sostituirs­i alla Corte europea dei diritti dell’uomo”, precisava la Corte di Bellinzona.

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