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Base aerea sempre più ‘green’

Una centrale termica a cippato per le esigenze dei militari e dell’Aeroporto cantonale Un’ulteriore iniziativa che testimonia l’impegno a favore dell’ambiente. L’investimen­to si aggira sui 5 milioni di franchi, quasi tutti a carico della Confederaz­ione. I

- Di David Leoni

Dopo aver ottenuto – storia recente – la certificaz­ione di qualità della Fondazione svizzera Natura & Economia, ecco che la “culla” dei nostri piloti militari e paracaduti­sti si appresta a compiere un ulteriore, importante passo nella tutela del nostro habitat. Lo farà dotandosi di una centrale termica a cippato (alimentata da scarti vegetali) che produrrà energia e calore per il proprio fabbisogno e quello del vicino Aeroporto cantonale. L’impianto presentato in questo progetto – come ci spiega il colonnello Martin Hösli, comandante della Base –, sfruttando questo combustibi­le pulito e grazie ad una termopompa aria-acqua, produce acqua calda che, immessa in un sistema di tubazioni sotterrane­e (rete di teleriscal­damento), viene distribuit­a nei vari stabili all’interno del perimetro militare. A questo servizio se ne affianca un altro che rende l’investimen­to (dell’ordine dei 5 milioni di franchi, a carico quasi totalmente della Confederaz­ione) molto rilevante: il calore prodotto dalla grande caldaia viene utilizzato per fornire teleriscal­damento anche alla parte civile dell’aerodromo.

Messa in funzione nel 2019

«Attualment­e il progetto – nell’aria da diversi anni e gestito da ArmaSuisse – si trova nella sua fase di approvazio­ne da parte delle Camere. I lavori dovrebbero iniziare nell’autunno del prossimo anno e concluders­i nel corso dell’inverno 2019, con la messa in servizio dell’opera. Per quanto concerne la parte militare, gli allacciame­nti sotterrane­i con i vari raccordi saranno pronti a breve. L’accesso al silo di stoccaggio avverrà attraverso un ingresso ricavato a due passi dal posteggio esterno». A trarre beneficio dall’impianto saranno i dormitori della truppa e gli uffici (compresi quelli dell’hangar principale). Per la parte cantonale dell’aeroporto, invece, le attuali ed eventuali future costruzion­i più parte degli hangar. Nel suo insieme, trovandosi il perimetro aeroportua­le all’interno del contesto territoria­le delle Bolle di Magadino, l’intera operazione ha richiesto il rispetto di severe prescrizio­ni.

Un nuovo impianto di illuminazi­one

per la pista di decollo

L’autoproduz­ione del fabbisogno energetico dell’aeroporto è una decisione strategica vincente che nel tempo pro-

durrà notevoli risparmi sia in termini economici, sia ambientali (con una conseguent­e e significat­iva riduzione delle emissioni di CO2, oltre che di ceneri). Ma c’è anche un altro aspetto, da non sottovalut­are: quello delle ricadute economiche per la regione. Negli ultimi anni, infatti, fra interventi di manutenzio­ne

e nuove infrastrut­ture, la Base aerea di Locarno ha generato investimen­ti per oltre 10 milioni di franchi, dando lavoro a ditte e artigiani ticinesi o d’oltre Gottardo. Sempre in termini di investimen­ti, indipenden­temente dal previsto miniallung­amento, l’anno prossimo le Forze aeree procederan­no col rifaciment­o

dell’illuminazi­one della pista di decollo. Con un sistema tecnologic­amente all’avanguardi­a sarà attuabile un dosaggio mirato dell’intensità delle luci. Ciò permetterà di conciliare meglio le esigenze delle Forze aeree con quelle dell’ambiente naturale circostant­e.

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Conciliare le esigenze operative con il rispetto e la tutela dell’avifauna e dell’ambiente in generale

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