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Le verità di Daumier

Fino al 7 gennaio a Villa dei Cedri a Bellinzona la mostra dedicata al grande artista francese

- Di Claudio Lo Russo

Ironia, amarezza, satira sociale e politica, uno sguardo feroce e incantato sulla realtà in trasformaz­ione del suo tempo: Daumier non smette di parlarci, trovando l’eterno nel quotidiano

Un illustrato­re e caricaturi­sta, soprattutt­o (grande) artista, non può che risultare attuale. Le debolezze, gli slanci, le bassezze, lo stupore e le ingiustizi­e da lui osservate nel genere umano, tendono alla prova della Storia a rivelarsi universali ed eterne. La “commedia umana”, come quella raccontata per immagini da Honoré Daumier, è una commedia che si ripete senza sosta, anche se in scenari e con protagonis­ti nuovi. Il titolo scelto per la mostra che oggi apre al Museo Villa dei Cedri, ‘Daumier: attualità e varietà’, è quindi di certo calzante, anche se tutto sommato pressoché inevitabil­e. Daumier non può che essere attuale; quanto alla “varietà”, si può anche discutere. L’esposizion­e è curata da Matteo Bianchi (che ha ampiamente attinto dalla sua personale collezione) in collaboraz­ione con la direttrice del museo, Carole Haensler Huguet, e con Michel Melot, fra i massimi esperti di Daumier e già direttore del Dipartimen­to delle stampe e della fotografia della Biblioteca nazionale di Parigi. Da scoprire per il pubblico ci sono circa 180 opere dell’artista francese (in particolar­e litografie, ma anche silografie, disegni e sculture), attraverso le quali egli ha composto negli anni il suo “ritratto poetico della modernità”, come notano i curatori. Con questa mostra il museo bellinzone­se vuole rivitalizz­are il respiro europeo della sua offerta, sforzandos­i però di calarla nella propria realtà (dal Ticino per altro proviene una buona parte dei pezzi esposti). Fino a gennaio verranno infatti organizzat­e delle “Camminosto­rie” con cui andare alla riscoperta dei temi di Daumier, le cui tracce sono disseminat­e nel tessuto urbano della città, anch’essa sottoposta a partire da metà Ottocento alle trasformaz­ioni sociali e urbanistic­he imposte dall’avvento della società moderna, le stesse osservate con ironia o malinconia dall’artista nelle sue “istantanee”. Nato nel 1808 e morto nel 1879, Daumier ha attraversa­to un’epoca quanto mai fertile artisticam­ente e instabile politicame­nte, dagli anni del romanticis­mo agli albori dell’impression­ismo, legan- dosi soprattutt­o alla stagione realista. Come scrive nel catalogo della mostra Carole Haensler Huguet, «il realismo di un Courbet o di un Manet mette in luce l’esigenza di una pittura nuova, una pittura moderna che possa evocare la società che nasce e s’impone nel XIX secolo...». Daumier persegue un obiettivo analogo con la sua magistrale arte a stampa quotidiana, in forma di satira sociale o politica, impietosa o incantata, divincolan­dosi fra le maglie sempre più strette della censura. Nella sue “vignette” Daumier infierisce sulla violenza e l’incultura della politica, registra malinconic­amente un mutamento in corso che cancella il passato e crea nuovi poveri, oppure si diverte ad osservare il mutamento dei costumi e delle abitudini della nascente borghesia cittadina (che percorre chilometri per raggiunger­e il mare ed annoiarsi, che frequenta teatri e musei con intenti e risultati tragicomic­i oppure punta uno sguardo atterrito verso il cielo in attesa di una cometa, dove le donne scoprono la lettura dei romanzi mentre gli uomini attendono invano che i calzoni vengano rammendati). Come osserva Matteo Bianchi, «la poesia sociale del suo infinito racconto grafico suscita ammirazion­e per la capacità di coniugare l’argomento alla modalità del discorso e di armonizzar­e la diversità dello spirito delle cose». Daumier osserva una nuova classe media, nascente in quegli anni, forse in via di sparizione oggi: «La sua mano sapiente, insieme critica e bonaria, ne tratteggia le piccole imprese quotidiane, sempre rispettosa e mai volgare». Daumier, in pa rticolare negli ultimi anni, ironizza pure amaramente sul destino di un’Europa lacerata. Michel Melot indica in questo suo sguardo tutta la sua attualità, «perché vi si ritrovano gli stessi sforzi, le stesse prove, gli stessi entusiasmi ma anche le stesse delusioni che conosce in questo periodo storico la costruzion­e dell’Europa». Su tutto, però, c’è il suo tratto, incisivo, evocativo, pieno di forza e d’incanto, proposto qui tematicame­nte nella sua evoluzione nel tempo. In definitiva, dunque, trattandos­i di Daumier, del suo mix pionierist­ico di arte e linguaggio giornalist­ico, la mostra merita di certo una visita. L’operazione può però lasciare qualche piccola perplessit­à per il suo sguardo d’insieme e il valore di alcune singole scelte.

 ?? ©MUSÉE D’ART ET D’HISTOIRE GÉNÈVE ?? ‘Gli avvocati’, 1862/’Pittori e borghesi’
©MUSÉE D’ART ET D’HISTOIRE GÉNÈVE ‘Gli avvocati’, 1862/’Pittori e borghesi’
 ?? ©DAUMIER-REGISTER, ASCONA/KUNSTHAUS ZÜRICH ?? ‘Rue Transnonai­n, 15 aprile 1834’/‘Lanterna magica!!!’, 1869
©DAUMIER-REGISTER, ASCONA/KUNSTHAUS ZÜRICH ‘Rue Transnonai­n, 15 aprile 1834’/‘Lanterna magica!!!’, 1869
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