Nuova maglia, solita grinta
A Chiasso Antoine Rey ha portato esperienza e carattere, doti che saranno utili domani in Coppa con il Basilea
La Super League (e il Lugano) Antoine Rey l’ha abbandonata da circa un mese e mezzo, ma domani tornerà già a respirarne l’aria. Merito della magia della Coppa Svizzera, che dalle 16 metterà di fronte al Riva IV la sua nuova squadra (la terza dopo le lunghe avventure con Losanna e bianconeri) ai campioni svizzeri nonché detentori dell’ex trofeo Sandoz del Basilea. «Una partita di quelle che tutti vorrebbero giocare e per la quale c’è grande attesa ed entusiasmo – spiega il 31enne, che ha raggiunto il Chiasso a fine luglio dopo che il Lugano aveva deciso di non rinnovargli il contratto scaduto a giugno –. A prescindere dal risultato, è un’occasione interessante per confrontarci con un avversario di assoluto livello, addirittura il più forte in Svizzera, il che rappresenta allo stesso tempo uno stimolo e un bel test». Una prova alla quale la squadra di Abascal Perez arriva piuttosto in fiducia, forte del filotto di quattro partite senza sconfitta in campionato (4° posto), che diventano cinque se si aggiunge il successo 1-0 ai supplementari contro il Brühl proprio al primo turno di Coppa... «Siamo tranquilli, abbiamo intrapreso una strada ben precisa anche grazie a uno staff tecnico che ha le idee in chiaro su come vuole veder giocare la squadra e non cambieremo di certo sistema per questa partita. Sarebbe un errore snaturarci, anche perché se ti chiudi e pensi solo a difenderti contro una squadra come il Basilea, è solo una questione di tempo, prima o poi crolli. Certo, servirà molta attenzione e dovremo essere bravi a sfruttare ogni occasione, ma proveremo a giocare come contro qualsiasi altra squadra. Come andrà, lo vedremo al termine dei novanta minuti, ma almeno saremo sicu-
ri di uscire dal campo senza rimpianti». Ciò non toglie che ai momò servirà un mezzo miracolo per impensierire i renani, anche perché lo stesso vodese è certo che l’impegno di martedì in Champions League (sconfitta 3-0 a Manchester) non peserà sulla squadra di Wicky... «Probabilmente contro di noi non giocherà chi è sceso in campo in settimana, perlomeno non tutti. Hanno una rosa così ampia che permette loro di rimanere competitivi anche facendo turnover. Anzi, probabilmente chi giocherà avrà voglia di dimostrare di meritarsi un posto da titolare,
per cui non mi aspetto né un Basilea stanco, né distratto o poco motivato».
‘Do qualche consiglio, ma senza presunzione. Il Lugano in Europa? Peccato non esserci stato, ma orgoglioso lo stesso’.
A Chiasso Rey dice di aver «trovato un gruppo giovane, sano e molto motivato. E non parlo solo dei giocatori, ma anche dello staff tecnico e dell’allenatore. È la prima volta che mi capita di essere diretto da un tecnico più giovane di me (28 anni, ndr), ma non è assolutamente un problema,
perché è sul campo che uno si guadagna il rispetto e Abascal lo merita, è davvero molto preparato. Per quel che mi riguarda, dopo Lugano avevo voglia di raccogliere ancora una sfida e devo dire che qui a Chiasso ne ho trovata una molto stimolante. In primis per me stesso, perché se è vero che ogni tanto qualche consiglio a questi ragazzi lo do – io come Russo, Urbano e gli altri con un po’ più di esperienza, ma senza presunzione –, allo stesso tempo mi metto sul loro stesso piano e cerco di migliorare. Ma soprattutto sento che c’è davvero la possibilità di crescere tutti insieme, come gruppo». Completamente calatosi nella sua nuova avventura, il folletto di centrocampo giovedì sera ha comunque gettato uno sguardo al suo recente passato... «Ho guardato la partita in Europa League del Lugano fino al 2-0 dell’Hapoel e devo dire che se da una parte un po’ di rammarico per non essere lì c’era – anche perché a 31 anni probabilmente era la mia unica e ultima possibilità di giocare in Europa –, dall’altra ero in un certo senso orgoglioso di quello che vedevo. In fondo, al percorso di crescita del Lugano dalla serie B alla Super League e addirittura all’Europa, ho partecipato anch’io».