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Ticino - L’ospizio dei poveri della Svizzera?

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La Weltwoche di Blocher nell’articolo “Armenhaus der Nation” (no. 35/31 agosto) pur lodando il paesaggio del Ticino, ne fa però un quadro socio-economico desolante, al punto che Omar Gisler, giornalist­a relatore per il Ticino, ha deciso di migrare Oltralpe solo per poter offrire migliori opportunit­à ai propri figli. Definisce aberrante l’afflusso di frontalier­i che già sono 13’000 per la sola città di Lugano (!) e oltre 65’000 per il Cantone. Insomma un vero “Klondike”, visto che siamo il primo datore di lavoro subito dopo lo Stato italiano: infatti oggi non c’è più impresa italiana che offra ben 65’000 posti, nemmeno la Fiat. Un tempo forza lavoro da manovalanz­a, oggi occupa per due terzi posti qualificat­i nel terziario avanzato. Già l’Eoc “vanta” ben 10 medici primari frontalier­i di cui uno persino a Faido. Soprattutt­o negli ospedali, ma anche in fiduciarie, assicurazi­oni, banche e persino Rsi oggi c’è del frontalier­ato. Molte le ditte di logistica create apposta per sfruttare frontalier­i a basso costo. La “Bravofly”, viaggi online a Chiasso, occupa ben 266 frontalier­i e un solo ticinese(!). Idem FoxTown ecc. Ci sono comuni ove già lavorano più frontalier­i che non autoctoni. Ne conseguono salari ormai vergognosi: ad es. a Balerna, posti per informatic­i frontalier­i a soli 2’100 euro mensili (!). A Lugano ingegneri e architetti già da Fr. 6.- l’ora. Il tasso di povertà del Ticino (16%) è il doppio della media svizzera: 8’300 i casi in assistenza con un aumento di mille in un solo anno (!). Ovvio che i giovani più qualificat­i sono ormai costretti a migrare Oltralpe – come i loro avi – e l’eventuale ritorno potrà avvenire solo da pensionati. In sostanza: il Ticino sta diventando il Mezzogiorn­o della Svizzera... ma forse lo è sempre stato.

Marco Brenni, Lugano

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