laRegione

I travagli del nostro sistema previdenzi­ale

- Di Fabrizio Eggenschwi­ller

Segue da pagina 20 Le misure sociali sono nate per i “poveri”, che oggi ci sono ancora. Pare che negli Stati Uniti ve ne siano all’incirca 100 milioni, tra quelli sotto e quelli intorno al limite di povertà. In Svizzera non siamo a questo punto, ma c’è una massa di gente che con le proprie risorse non ce la fa, o non ce la fa in determinat­e circostanz­e. E ce ne sono tanti che di risorse ne hanno in abbondanza, e non hanno bisogno di aiuti, soprattutt­o non di una rendita Avs. Vediamo allora che cosa si potrebbe fare per contribuir­e a colmare il deficit dell’Avs Ora, se applichiam­o correttame­nte il concetto di socialità, che si basa sulla solidariet­à, queste persone dovrebbero versare i loro contributi Avs come tutti gli altri (solidariet­à) e non percepire le relative rendite, fin quando non dovessero ricadere a un livello di reddito che consenta per legge la percezione delle rendite stesse. È facile immaginare che molti salteranno in aria udendo questi propositi “sacrileghi”: forse, lo scuotiment­o cerebrale conseguent­e ai salti li aiuterà a capire che la socialità non è una bestemmia, né un “business”, ma un esercizio di solidariet­à. Oppure, questa è una pia illusione, e si continuerà a seguire il modello americano, perseguend­o il fine di una progressiv­a demolizion­e del nostro sistema sociale. Dipende anche dalla linea che seguiranno la sinistra o comunque coloro che si oppongono a certe tendenze. Perché i compromess­i sono una bella cosa, ma, come ogni cosa, “il troppo stroppia” e di compromess­i si muore.

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